martedì 8 marzo 2016

Ricordando con rabbia 8

Corrado Bevilacqua
Heri dicebamus

Dicevamo ieri.... Con queste esatte parole Luigi Einaudi riprendeva dopo la caduta del fascismo il suo corso di scienza delle finanze all'università di Torino. Dalle parole di Einaudi si evince che per lui il fascismo era stato una parentesi, una sorta di invasione degli Hyksos; ovvero, come disse Croce, una malattia morale che aveva colpito la società italiana. La testi era suggestiva, ma non veridica.

E' sufficiente leggere una buona storia del fascismo per renderci conto che il fascismo non fu una parentesi (P. Milza S. Bernstein Storia del fascismo, Rizzoli; C. Seton Watson L'Italia dal liberalismo al fascismo, Laterza. A. Lyttlteton La conquista del potere, Laterza; R. Paxton Fascismo in azione, Mondadori; N. Poulantzas Fascismo e dittatura, Jaca Book; L. Salvatorelli Nazionlfscismo, Einaudi; E. Nolte I tre volti del fascismo, Sugarco, H. Arendt Origini del totalitarismo, Einaudi; E. Collotti Fascismo e fascismi, Loescher; W. Lacqueur Fascismi, Fazi).

Gli italiani infatti sono per loro natura dei fascisti. Agli italiani venne naturale il passo romano allo stesso modo che venne loro naturale vestire la camicia nera, andare in piazza alla domenica ad ascoltare il Duce e cantare: “Duce, Duce, per te morir. Il giuramento nessun mai rinnegherà, snuda la spada quando tu lo vuoi e gagliardettii al vento tutti verremo a te. Verrà, quel dì verrà che la gran patria degli eroi ci chiamerà e noi gagliardetti al vento tutti verremo a te...”.

Il livello massimo di consenso venne raggiunto da Mussolini con la proclamazione dell'impero nel 1936 ( G. Candeloro Storia d'Italia, IX, Feltrinelli; R. De Felice Mussolini il Duce, Einaudi: D. Macksmith Musolini, Rizzoli). A quel punto, Mussolini commise un gravissimo errore che gli sarebbe costata la vita. Pur sapendo, come scrisse Macgregor Knox, d'essere impreparato alla guerra, Mussolini decise di entrare in guerra a fianco della Germania (Macgregor Knox Alleati di Hitler; Garzanti: Id Destino comune, Einaudi. G. Rochat Le guerre dell'Italia, Einaudi; G. Candeloro Storiad'Italia, IX, Le guerre del fascismo, Feltrinelli).

L'Italia non aveva armi adeguate ad una guerra moderna e le recenti guerre per costruire l'impero avevano dato fondo alle riserve disponibili. L'Italia non aveva inoltre una strategia, non aveva dei comandanti che fossero all'altezza del compito. Mussolini che aveva ormai perso il senso della realtà, ragionava ancora in termini di baionette innestate sui vecchi 91-38, mentre i nostri soldati avevano scarpe con i chiodi e le pezze da piedi. I nostri cantieri impiegavno tempi biblici per produrre navi da trasporto. I canteri anericani producevano Liberties come caramelle. Non avevamo né carri armati pesanti né aviazione (Macgregor Knox Alleati cit).

La sconfitta militare dell'Italia e la caduata del regme fascista erano nell'aria. Questa situazione indusse alcuni gerarchi a tentare il colpo. Far fuori Mussolini e salvare il regime. Messo in minoranza sull'ordine del giorno Grandi, la notte tra il 25 e 26 luglio del 1943, Mussolini venne arrestato dai carabinieri per ordine del re e venne portato a Campo Imperatore sul Gran Sasso, dove venne liberato dai pracadutisti tedeschi comandati da Otto Skorzeni. Hitler aveva una venerazione per Mussolini, come William Deakin spiegò nel libro Una brutale amicizia, e non poteva permettere che Mussolini restasse un giorno più del necessario nelle mani del re. (W. Deakin Una brutale amicizia, Einaudi).

Hitler liberò Mussolini, ma Mussolini non era più il Mussolini di prima. Era prigioniero dell'amico che, dopo averlo liberato, lo aveva posto agli arresti domiciliari a villa Feltrinelli sul lago di Garda. I congiurati del 25 luglio vennero processati a Verona e condanati a morte per fucilazione alla schiena Fra i fucilati v'era anche il genero di Mussolini, il ministro egli esteri, Galeazzo Ciano marito di Edda Mussolini, l'unica persona che il Duce aveva amato nella sua vita Edda aveva messo in un cassetto il suo orgoglio ed era andata dal padre per implorarlo a salvare il marito. Mussolini rispose che non poteva fare nulla. La sentenza era esecutiva. Edda decise allora di tentare l'impossibile pur di salvare il marito. Il suo tentativo risultò inutile e Mussolini dopo aver perso la libertà perse anche la figlia, l'amatissima Edda L'uomo che il sedicente colonnello Valerio uccise a Dongo per ordine di Luigi Longo, comandante dei Volontari della libertà e di Sandro Pertini del CLNAI, era un cadavere vivente.

Qualcuno potrebbe chiedersi perché non si processò Mussolini. Si può rispondere che non si poteva. Processare Mussolini voleva dire processare gli Italiani; voleva dire mettere sotto accusa usi e costumi di un popolo che si era già assolto definendosi “brava gente”. Quando il fascismo introdusse l'obbligo del giuramento di fedeltà al regime per i dipendenti pubblici, solo 11 (undici dico undici) professori universitari rifiutarono di prestare giuramento.

Gaetano Salvemini che era già espatriato scrisse nelle Memorie di un fuoriuscito che era difficile capire come questi proessori avrebbero potuto insegnare Dante dopo aver giurato fedeltà al regime fascista. Salvemini dimenticava la risposta di don Abbondio al cardinl Federigo Borromeo: “O uno il coraggio ce l'ha o non ce l'ha. Non se lo può dare da solo .”

Ruggero Zangrandi in Lungo viaggio attraverso il fascismo” raccontò la storia di molti intellettuali italiani che piegarono il capo e continuarono a insegnare Dante anche dopo l'introduzione delle leggi razziali del 1938. Molti di loro diventarono poi comunisti e quando nel '68 le univerità si infiammarono ebbero il coraggio di chiamarci “fascisti rossi”! Di fronte a tali accuse provenienti da tali figuri, io non potevo non chiedermi come essi potessero trovare spazio nel partito di Gramsci La domanda era retorica. Erano uomini di potere. Rappresentavano le glorie culturali del partito. Del resto lo stesso De Gasperi era stato ministro senza portafoglio nel primo governo Mussolini. Si definiva “un trentino prestato al'Italia” e aveva votato come parlamentare austriaco la condanna a morte di Cesare Battisti!

Al 25 luglio seguì l'8 settembre.(M. Aga Rossi Un paese allo sbando, Il mulino) Fu il caos. Il re sciaboletta fuggì a Brindisi. Si imbarcò come un ladro e lasciò il paese. Roma venne abbandonata a se stessa. Quando arrivarono i tedeschi solo un manipolo di eroi la difese. Beppe Fenoglio raccontò tutto ciò in Primavera di bellezza. 600.000 soldati italiani vennero abbadonati in Jugoslavia, Grecia e Russia, dove dopo la disperata carica di cavalleria di Nikolajevka essi si erano guadagnati il rispetto degli stessi soldati russi i quali erano rimasti allibiti nel vedere i cavalleggeri italiani lanciarsi contro i carri armati russi come i seicento di Baraklava.

Con l'8 settembre, per l'Italia iniziò il periodo più cupo della sua storia. La Resistenza fu infatti una vera e propria guerra civile che non si concluse nemmeno con l'amnistia Togliatti. Una delle vittime più illustri di questa guerra civile fu Giovanni Gentile. Filosofo, teorico del fascismo, ministro della PI, Gentile venne ucciso da un commando partigiano a Pisa nel '44. Gentile stava correggendo le bozze del suo ultimo libro Genesi e struttura della società. Il libro è una sintesi del suo pensiero su stato,individuo e società. A distanza di tanti anni possiamo dire che se l'era voluta lui.

Roma venne liberata. Il gen Clarck entrò da solo e disarmato in città. Napoli si era liberata da sola. Le armate americane combatterono due anni in Italia per liberare il paese dai nazisti, mentre la stragrande mggiornza degli italiani era rimasta a guardare dei ragszzi che erano cresciui a pollo fritto del Kentuki e torta di mele morire per noi!

La Resistenza fu un fenmeno che interessò una piccola minoranza degli italiani. Ciò spiega perché al referendum tra monarhia e repoubblica la repubblica vinse per il rotto della cuffia e spiega pure la continutità dello stato. Tutto ciò, a ben vedere, era implicito nella cisiddetta svolta di Salerno dove Togliatti pronunciò un discorso che Nenni definì la bomba Ercoli” nickname di Togliatti. Nel suo discorso di Salerno, Togliatti sosteneva 1) che in Italia non ci sarebbe stata alcuna rivoluzione; 2) che alla fine della guerra gli italiani avrebbero scelto la loro forma di governo; 3) che fino a quel momento l'Italia liberata dagli alleti sarebbe tata governata da un governo di coalizione (P. Spriano Il compagno Ercoli, Editori riuniti; G. Candeloro Storia d'Italia, X, Feltrinelli).

Nessun commento:

Posta un commento