martedì 22 marzo 2016

Alvise Bevilacqua

Corrado Bevilacqua


Ciao Alvise,
sono zio Corrado. Spero mi perdonerai se a te, che hai varcato il confine di quella contrada dalla quale nessun viaggiatore ha mai fatto ritorno, quello che dirò ti sembrerà d'una sconcertante banalità. Tu, però, devi cercare di capirmi. Io appartengo ancora al mondo dei vivi e cerco disperatamente di capire perché sono venuto al mondo.


Ricordo che nessuno sapeva qual fosse il giorno del tuo onomastico. Zia Elvira - la ricordi? - andò a chiederlo al parroco di sant'Alvise. Alvise è infatti una storpiatura veneziana di Aloisio, come Jacopo è una storpiatura veneziana di Giacomo.
Quando tua madre voleva dire che avevi la testa dura diceva che somigliavi a me, perciò mi puoi capire. Io non accetto di averti perso per sempre. Non accetto il "Never More" del corvo di Poe. Io so che un giorno ci rivedremo; che tu mi insegnerai a usare l'ultimo Windows e mi mostrerai felice il tuo ultimo Ipad. Adesso, però, ti devo salutare perché devo fare il mio mestiere di intellettuale. Devo cercare di spiegare a chi leggerà questo omaggio alla tua memoria perché si nasce, si vive e occorre spesso conquistarsi la morte.
Buona notte, mio caro nipote. Dormi tranquillo. Non avere paura del buio. Niente e nessuno potrà farti del male. Ora sei sotto la protezione del "grande sonno". Un abbraccio.

Zio Corrado.


 
Corpo presente
Mio nipote Alvise è morto all'età di 32 anni di fibrosi cistica. Si tratta di una malattia genetica che non perdona di cui non si parla mai, oppure, se ne parla in modo superficiale. Ciò accade perché non è "trendy", non fa tendenza. Mio nipote sapeva di essere malato. A differenza di molti di noi che sfuggono alla consapevolezza di essere-per-la-morte gettandosi da un ponte, drogandosi, mettendosi negli affari come se i soldi potessero mutare il loro Esser-ci, Egli accettò di fare i conti ogni mattina con la sua malattia a causa delle terapie cui doveva sottoporsi e ogni volta che si sedeva a tavola a causa delle pillole che doveva prendere per metabolizzare il cibo.
Mio padre, dopo l'8 settembre del 1943, venne fatto prigioniero dai tedeschi a Bilach in Bisni, venne spedito in Germania a lavorare come schiavo di guerra alla Krupp di Essen. Via via che il fronte si ritirava verso il Reno via via aumentarono i bombardamenti alleati. Al fine, essi duravano intere giornate e mio padre aveva sviluppato una sorta di fatalismo. Si accocolava in una buca e aspettava. Difficilmente una bomba cadeva nella buca scavata da un'altra bomba.
Mio nipote non poteva ricorrere a simili escamotages statistici. Egli doveva affrontare il suo dramma senza infingimenti. Non si bara con la morte. Egli l'ha affrontata esprimendo, come avrebbe detto Nietzsche, il suo Sì alla vita.

Quando il linguaggio fallisce

Il linguaggio è, com'è noto, un mezzo di comunicazione. Perchè vi sia comunicazione occorrono un emittente, un ricevente, un messaggio, un canale, un codice. Glisso sul problema del rapporto tra significato e signficante (R. Jacobson Linguistica e scienze sociali, Il Saggiatore Studio; U. Eco Segno, Mondadori; Id Trattato generale d semiotica, Bomoiani, Id La struttura assente, Bompiani, Id Opera aperta, Bompiani; R. Bartes Lezioni di semiologia, Einaudi; Id Lezione, Einaudi; Id. Miti d'oggi, Einudi; M. Foucault Le parole e le cose, Rizzoli; Id Archeologia del sapere, Rizzoli; J. Lotman Cultura e implosione, Feltrinelli; Id Semeiotica del cinema, Einaudi).

Kari, il protagonista della commedia L'uomo difficile di Hofmannsthal, si trova nell'impossibilità di comunicare a chi non ha conosciuto il campo di battaglia, cosa voleva dire guerra; preferisce passare perciò per un originale e parlare con i suoi silenzi.

In una situazione analoga si trova il protagonista di Nulla di nuovo sul fronte occidentale di Eric M. Remarque quando, tornato casa in licenza, la madre gli dice: "So quello che provi". Egli guarda la madre e pensa: "No non lo sai ed è meglio così perché tuo figlio è diventato un assassino". Poi, va in camera sua, vede il pianoforte a muro e si chiede se le sue mani assassine riusciranno mai a suonare ancora Schubert, Chopin, Schumann...

L'alternativa è la citazione. Hofmannsthal scrisse un libro di citazioni e lo intitolò Il libro degli amici. Ciò non risolve comunque il problema dell'interpretazione.

Recentemente, un amico, Alberto Madricardo, filosofo, mi chiesto se leggo ancora. Gli ho risposto che alla mia età e dopo aver letto migliaia di libri, il mio leggere, più che un leggere, è un rammemorare. Per uello che riguarda, invece, il problema di stabilire il valore di un libro, credo che il criterio che ci deve guidare debba essere quello esposto Edith Wharton nel saggio da me tradotto per la prima volta in italiano nel 2015, The Vice of Reading - cioè il criterio della plasticità; ovvero della capacità di un autore di entrare in sntoniua con il lettore e di stimolare il suo pensiero. In ogni caso, la cartina di tornasole è il tema del dolore.

 
 


 
Anima assente


Il lutto segue delle fasi e dei riti ben peecisi. Sia queste fasi che questi riti hanno trovato la loro sublimazione nel Llanto por Ignacio di Federico Garcia Lorca. Si tratta di un poema che non ha eguali. Nessun poeta scrisse mai per la sua donna versi di tanta intensità e bellezza. Lorca li scrisse per un uomo, con grande scandalo dei franchisti che lo uccisero vigliaccamente nel 1937.

Il poema di Lorca inizia con una imitazione stilistica del Corvo di Poe. Lorca al never more di Poe sostituisce l'espressione a las cinqo de la tarde che scandisce gli eventi. La prima parte del poema è intitolata infatti La cogida y la muerte. ScrisseLorca:


A las cinqo de la tarde,
eran las cinqo en punto de la tarde,
un nino trajo la blanca salana,
a las cinqo de la tarde.
Una espuerta de cal ya pervenida
a las cinqo de la tarde.
Lo demàs era muerte y solo muerte
a las cinqo de la tarde

Alle cinque della sera,
Erano le cinque in punto della sera.
Un ragazzo portò un lenzuolo bianco
alle cinque della sera.
Una sporta di calce era pronta
alle cinque della sera.
Il resto era morte e solo morte
alle cinque della sera

 
Descritto l'evento, in Lorca scatta la molla del rifiuto dello stesso evento:
Que no quiero verla!
Dile a la luna che venga,
que no quiero ver la sangre
de Ignacio sobre la arena
Non voglio vederlo!
Dite alla luna che venga
che io non voglio vedere il sangue
di Ignacio sopra la sabbia della arena

Poi, interviene l'accettazione.


La piedra ea una frente donde los suenos gimen
sin tener agua curva ni cipreses helados.
La piedra ea una espalda para llevar al tiempo
con arboles de lagrimas y cintas y planetas...
Ya està sobre la piedra Ignacio el bien nacido.
E' la pietra una fronte dove i sogni gemono,
senza aver acqua curva né cipressi gelati.
E' la pietra una spalla portata dal tempo
con alberi di lacrime, nastri e pianeti.
Ora, giace sulla pietra, Ignacio il bennato.

Infine c'è l'addio.
Vete, Ignacio. No sientas el caliente bramido.
Duerme, vuela, reposa. Tambien se muere el mar.
Va Ignazio, non sentire il caldo bramito.
Dormi, vola, riposa, muore anche il mare
(trad. di Corrado Bevilacqua)



I versi di Lorca ci portano al tema del dolore e, in particolare a quello che scrisse Miguel De Unamuno in Del sentimento tragico della vita. Per De Unamuno è dal dolore che nasce nell'uomo la coscienza di sé. Non meno grande fu l'intuizone di Nietzsche quando in Aurora scrisse che il dolore apre all'uomo nuove visioni della vita.

 
Delle cose prime
Secondo la religione cristiana, la vita è un dono di Dio. come la fede. Per la religione cristiana Dio è eterno. L'universo che noi conosciamo ha invee una storia che inzierebbe con il cd big bang. Volendo potremmo identificare la creazione con il big bang e potremmo traformare la evoluzione darwiniana in una creazione continua. Noi sappiamo ,però che l'unverso non si è creato dal nulla e che l'evoluzione non ha seguito alcun Disegno intelligente e che essa s'è spesso cacciata in dei vicoli ciechi. Quello che penso è che dovremmo finalmente imparare a tenere separati l'ambito delle cose religiose da quello delle cose scientiche. La scienza ritiene vero ciò che può essere dimostrato falso. La religione rigurda il rapporto fra l'uomo e Dio. La scienza non può aiutarci a rispondere alle somande che riguardano le cose prime. Per la scienza Alvise è moro, ma chiunqye lo abbia amato, continua ad avvrtire la sua presenza. Egli è stato per 32 anni parte di noi e continuerà ad esserlo.

 
La COLLINA
Dove sono Elmer lo smidollato, Herman il forzuto,
Bert il buffone, Tom il lottatore, Charley l'ubriacone?
Tutti, tutti dormono sulla collina.
Uno trapassò a causa di un attacco di febbre.
uno morì bruciato vivo in una miniera,
uno venne ucciso in una rissa,
uno morì in galera,
uno è caduto da un ponteggio mentre lavorava per la famiglia.
Tutti, tutti dormono sulla collina.
Dove sono Elle dal cuore tenero, Kate dall'animo semplice,
Lizzie dalla voce squillante, Mag dal facile sorriso?
Tutte, tutte dormono sulla collina.
Una morì dando alla luce un bambino nato da una relazione illecita,
una morì di amore contrastato,
una morì in un bordello fra le mani d'un bruto,
una morì ferita nell'orgoglio mentre cercava di realizzare il suo sogno,
una, dopo aver cercato fortuna a Londra e Parigi, ha trovato
un po' di spazio accanto a Elle, Mag e Kate
Tutte, tutte dormono sulla collina.
Dove sono zio Isaac, Anne Emily,
il vecchio Tommy Kinkaid, Savigne Houghton
e il maggior Walker che aveva scambiato
qualche parola con gli eroi della rivoluzione?
Tutti, tutti dormono sulla collina.(*)
(*) E. Lee Masters Spoon River Anthology, traduz. di Corrado Bevilacqua
 
 


 

Nessun commento:

Posta un commento