mercoledì 21 dicembre 2016

Roma chiama Palermo.

Sembra di vivere nella Palermo di Vito Ciancimino, Nuova tegola sulla testa del sindaco di Roma, signora Raggi. L'Anac ritiene "configurabile il conflitto di interessi" per il caso che riguarda Raffaele Marra e la nomina del fratello alla Direzione Turismo. "Tale situazione, secondo l'Autorità - riferisce una nota - sussiste sia nel caso in cui il dirigente abbia svolto un mero ruolo formale nella procedura, che nell'eventualità di una sua partecipazione diretta all'attività istruttoria". La delibera adottata dall'Autorità è stata trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. "A seguito di un esposto della Direr, l'Autorità Nazionale Anticorruzione - riporta una nota - ha svolto attività di vigilanza su un possibile conflitto di interessi del dott. Raffaele Marra, direttore del dipartimento Organizzazione e Risorse umane di Roma Capitale, nella nomina a capo della direzione Turismo del fratello Renato Marra. A tal fine è stata richiesta al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct) di Roma Capitale una relazione che ripercorresse l'iter seguito nell'interpello. A seguito dell'esame della suddetta relazione, nella seduta odierna il Consiglio dell'Anac ha ritenuto configurabile il conflitto di interessi. Tale situazione, secondo l'Autorità, sussiste sia nel caso in cui il dirigente abbia svolto un mero ruolo formale nella procedura, che nell'eventualità di una sua partecipazione diretta all'attività istruttoria, come sembrerebbe emergere dall'ordinanza sindacale n. 95/2016". "La delibera adottata dall'Autorità - riferisce ancora la nota - è stata trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, alla struttura comunale competente per l'accertamento della eventuale responsabilità disciplinare e alla Procura regionale della Corte dei conti e all'Ispettorato della funzione pubblica per le questioni relative all'inquadramento del dottor Marra nei ruoli della dirigenza di Roma Capitale. Ulteriori elementi riguardanti la procedura di interpello sono stati chiesti al Rpct di Roma Capitale". Contraddizioni Raggi su nomina-istruttoria - Sulla vicenda dell'incarico affidato a Renato Marra, fratello di Raffaele Marra, capo del personale del Comune di Roma, il sindaco Virginia Raggia ha dichiarato di aver compiuto da sola, in totale autonomia, l'istruttoria sul conferimento degli incarichi dirigenziali. Ma nell'ordinanza con cui è stato conferito l'incarico si fa esplicito riferimento alla "istruttoria svolta dalle strutture competenti ai sensi della disciplina vigente". E' la "contraddizione" relativa al comportamento e alle dichiarazioni del sindaco, rilevata nella delibera Anac. Raggi a conoscenza conflitto interessi - "La situazione di palese conflitto di interessi" di Raffaele Marra rispetto alla nomina del fratello "era conosciuta dalla Sindaca" Virginia Raggi, ma "una tale dichiarazione non è sufficiente per rimuovere il conflitto". E' quanto sottolinea la delibera Anac sul caso Marra. ANSA

Attentato di Berlino

Attentato a Berlino, autista polacco ha cercato di fermare il terrorista. Il killer è ancora in fuga, forse all'estero Una italiana dispersa. Germania sotto choc per la strage di lunedì, quando un camion si è schiantato contro un affollato mercato Berlino, il Viminale ai prefetti: rafforzare controlli aree affollate. Alfano: "Non esiste rischio zero" il terrorista è tuttora in fuga, forse già fuori dai confini tedeschi. La Germania è ancora sotto choc per la strage di lunedì, quando un camion si è schiantato contro un affollato mercato di Natale nella capitale tedesca. Il bilancio è di 12 morti e 48 feriti. Il camion ha invaso un marciapiede nei pressi della Chiesa del Ricordo, che si trova nel mezzo del Mercato natalizio situato in pieno centro della parte Ovest della città. L'agenzia di stampa dell'Isis, Amaq news agency, ha rivendicato l'attentato chiamando il terrorista un "soldato dello Stato islamico". "E'una vendetta per gli attacchi in Siria", è scritto sulla rivendicazione. Una ragazza italiana risulta dispersa, si tratta di Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni che vive e lavora nella capitale tedesca. Il padre della ragazza è impiegato alle poste di Sulmona. Il cellulare della ragazza è stato trovato sul luogo della strage: un giovane l'ha trovato e consegnato alla polizia. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha detto che non è esclusa una vittima italiana, pur aggiungendo che si attendono conferme dalla polizia tedesca. La madre e il fratello di Fabrizia Di Lorenzo sono partiti per Berlino per essere sottoposti all'esame del Dna. Solo dopo la comparazione del profilo genetico le sue condizioni potranno essere ufficializzate. Berlino, il killer forse è un tunisino colpito dal provvedimento di espulsione. Era in Italia nel 2012 Una italiana dispersa. Germania sotto choc per la strage di lunedì, quando un camion si è schiantato contro un affollato mercato La polizia tedesca e quelle dei principali paesi europei hanno lanciato oggi una gigantesca caccia all'uomo per catturare il killer di mercatino di Natale di Berlino, che lunedì sera ha provocato almeno 12 morti e decine di feriti, al volante di un tir lanciato sulla folla, a due passi dalla Chiesa del Ricordo. Un attentato rivendicato dall'Isis. Il ministro dell'interno tedesco, Thomas de Maizière, ha annunciato che è stato emesso un mandato di cattura per tutta l'area Schengen, nei confronti "di un nuovo sospettato, non necessariamente il colpevole", ma i dubbi sono pochi. Secondo fonti di polizia, citate dalla stampa tedesca e britannica, si tratta di un giovane tunisino di 21 anni (24 secondo alcune fonti), Anis A. (Amri secondo alcuni quotidiani), i cui documenti sono stati ritrovati sul tir della morte. Se n'è impadronito dopo una colluttazione con l'autista polacco del mezzo, Lukasz Urban, 37 anni, morto da eroe tentando di neutralizzare, ma senza successo, il killer. Anis, secondo la Sueddeutsche Zeitung, era arrivato in Italia nel 2012 ed ha poi raggiunto la Germania nel 2015. E' stato quindi "fermato dalla polizia ad agosto con un falso documento d'identità italiano a Friedrichshafen", località sul lago di Costanza, al confine con la Svizzera. In quel momento risultava registrato in un centro per richiedenti asilo a Emmerich sul Reno, nell'area di Kleve, al confine con l'Olanda, ma poi il domicilio era stato cancellato dalle autorità. Il giovane, recentemente radicalizzato, avrebbe utilizzato "almeno 12 nomi falsi" tra cui anche "un nome egiziano", secondo la tv N24. Il tunisino, sospettato di essere l'autore dell'attacco al mercatino di Natale a Berlino, è da considerarsi "armato e pericoloso". E' quanto si sottolinea nel mandato di cattura dell'uomo che ha usato almeno "sei diversi nomi e tre diverse nazionalità". L'uomo era stato indagato dalle autorità del Nordreno-vestfalia per il sospetto di preparare un grave reato contro lo Stato: lo ha detto il ministro dell'Interno del Land Ralf Jaeger, in una conferenza a Duesseldorf. Inoltre il tunisino ricercato "era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg" dopo che "il 30 luglio era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo": lo riporta lo Spiegel online sottolineando che "due giorni dopo era stato però rilasciato". Per la giovane italiana dispersa, Fabrizia Di Lorenzo, le speranze sono sempre più fievoli. "Sento che mi ha abbandonata", ha detto la madre al vescovo di Sulmona, Angelo Spina. Oltre a Fabrizia, c'è un solo italiano ferito: un palermitano di 34 anni, tornato oggi a casa con 25 punti di sutura in faccia. Dovrà essere operato. Insieme al suo collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, il ministro degli esteri Angelino Alfano si è recato sul luogo dell'attentato. "Ho voluto manifestare a nome del governo italiano la nostra fraterna amicizia e solidarietà a Steinmeier e a tutta la Germania: soffriamo e siamo addolorati insieme. La vostra sofferenza è quella degli uomini liberi". Secondo Alfano "in gioco c'e' la libertà e il nostro modo di vivere. Vogliono creare la paura che ci ruba la libertà, bisogna battersi per difenderla: combattere contro il terrore è combattere per la libertà". La ricostruzione dei tragici minuti della strage si fa man mano più chiara: l'autista polacco trovato morto all'interno del tir ha cercato fino all'ultimo di fermare l'attentatore. E il terrorista è tuttora in fuga, forse già fuori dai confini tedeschi. Il camion ha invaso un marciapiede nei pressi della Chiesa del Ricordo. L'ultimo tweet di Fabrizia "Abbiamo capito che era finita stanotte all'una e mezza: siamo stati noi a chiamare la Farnesina", ha detto affranto il padre di Fabrizia Di Lorenzo, Gaetano, contattato dall'ANSA. "Ci siamo mossi coi nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi - afferma trattenendo a stento i singhiozzi Gaetano - E' lì con mia moglie in attesa del dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo". La cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente francese, Francois Hollande, nel corso di un colloquio telefonico in seguito all'attantato di Berlino, ritengono che "la lotta senza tregua contro il terrorismo non debba intaccare né i valori né lo stile di vita scelto dalle democrazie": è quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo. Hollande ha voluto chiamare personalmente la cancelliera. Nel corso del colloquio telefonico ha espresso alla leader tedesca "il suo profondo cordoglio, la sua amicizia, nonché la solidarietà di tutta la Francia. I francesi - ha continuato il capo dello Stato - conoscono l'importanza di queste manifestazioni di sostegno nelle ore buie del lutto". I due leader hanno inoltre confermato "la piena mobilitazione dei servizi francesi e tedeschi per lottare contro il flagello del terrorismo e l'attuazione delle misure decise al livello europeo". Inoltre, secondo fonti investigative, c'e' un altro italiano rimasto ferito in maniera non grave ma, stando ad altre fonti, potrebbe esserci un terzo italiano coinvolto.

martedì 20 dicembre 2016

La quarta mafia (la sacra corona unita) - Lucarelli racconta

Blu Notte - Anni Settanta

La Storia delle Brigate Rosse I Parte

La Storia delle Brigate Rosse I Parte

Strage islamista a Berlino

Attentato al mercatino di Natale di Berlino: 12 morti. Una italiana dispersa Ha invaso un marciapiede nei pressi della Chiesa del Ricordo. L'Isis rivendica Germania sotto choc. Un camion si è schiantato contro un affollato mercato di Natale a Berlino. Diversi morti, almeno 12, e circa 48 feriti. Il camion ha invaso un marciapiede nei pressi della Chiesa del Ricordo. La chiesa è nel mezzo del Mercato natalizio situato in pieno centro della parte Ovest della città. Su Twitter la polizia di Berlino parla di "presunto attacco terroristico", spiegando che gli investigatori sono propensi a credere che il tir sia stato "deliberatamente lanciato contro la folla". Una giovane italiana sarebbe dispersa a Berlino, il suo cellulare è stato trovato sul luogo della strage. Un ragazzo l'ha trovato e consegnato alla polizia. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha detto che non è esclusa una vittima italiana, pur aggiungendo che si attendono conferme dalla polizia tedesca. La madre e il fratello di Fabrizia Di Lorenzo sono partiti per Berlino per essere sottoposti all'esame del Dna. Solo dopo la comparazione del profilo genetico le sue condizioni potranno essere ufficializzate. "Abbiamo capito che era finita stanotte all'una e mezza: siamo stati noi a chiamare la Farnesina", dice affranto il padre di Fabrizia Di Lorenzo, Gaetano, contattato dall'ANSA. "Ci siamo mossi coi nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi - afferma trattenendo a stento i singhiozzi Gaetano - E' lì con mia moglie in attesa del dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo". La ragazza sarebbe sulmonese: potrebbe trattarsi di Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni che vive e lavora nella capitale tedesca già da diversi anni. Il padre della ragazza è impiegato alle poste di Sulmona e questa notte la famiglia sarebbe stata contattata dalla Farnesina e la madre e il fratello sarebbero partiti immediatamente per Berlino. "So che per noi tutti sarebbe particolarmente difficile da tollerare se si confermasse che a compiere questo atto e' stata una persona che ha chiesto protezione e asilo in Germania": lo ha detto la cancelliera Angela Merkel in una dichiarazione fatta a Berlino e trasmessa da varie tv. Il sospetto terrorista arrestato nega il crimine: il 23enne finora contesta tutto. Le autorità tedesche stanno cercando, attraverso il test del dna, di verificare se il pachistano fermato sia effettivamente coinvolto nell'attentato. Gli accertamenti tecnici, secondo quanto si è appreso, vengono eseguiti sul camion utilizzato per l'attentato. Gli esperti sono alla ricerca di eventuali biologiche tracce riconducibili all'extracomunitario. La Bild online, citando ambienti impegnati nelle indagini, scrive che il presunto attentatoresarebbe un pachistano di 23 anni. La Dpa riporta che, secondo quanto hanno finora ricostruito le autorità, il giovane sarebbe arrivato in Germania nello scorso febbraio attraverso la rotta balcanica. Secondo quanto riferisce la Zdf, il presunto attentatore avrebbe "abbandonato il tir dopo l'azione fuggendo in direzione est". È stato però individuato e inseguito da alcuni testimoni che hanno avvertito la polizia. L'uomo ha attraversato il Tiergarten, grande parco al centro di Berlino, ed è stato poi bloccato dalla polizia all'altezza della Colonna della vittoria, a poco più di un chilometro di distanza dal luogo della strage. Secondo quanto riferisce la Welt sul sito online, "la polizia di Berlino ritiene" che il pachistano arrestato non sia il guidatore del tir" e che questi sia ancora "armato e a piede libero". La Welt scrive di aver appreso la notizia da alti funzionari della sicurezza. Anche la Bild online riporta la stessa notizia ma con un punto interrogativo: "la polizia ha il falso uomo?". La notizia è stata confermata anche dal presidente della polizia di Berlino, Klaus Kandt. I paesi europei rafforzano misure di sicurezza L'Isis avrebbe rivendicato l'attacco. La Pmu, la coalizione delle milizie irachene che combattono il califfato, ha letto la rivendicazione su un canale online dell'Isis. Secondo quanto riferisce Die Welt, unità speciali della polizia hanno fatto irruzione attorno alle 4 di questa mattina in un hangar dell'ex aeroporto di Tempelhof, a Berlino, dove da un anno è stato allestito un grande campo che accoglie i profughi. L'azione sarebbe collegata alle indagini per ricostruire il contesto del presunto attentatore che ieri ha fatto strage nel mercatino di Natale Il camion era partito dall'Italia per fare rientro in Polonia. Lo scrive il Guardian, per il quale il mezzo doveva fermarsi a Berlino per consegnare il carico ed il conducente, cugino del proprietario dell'azienda di trasporti polacca, aveva detto di volersi fermare per la serata. Ci sono forti sospetti, afferma il Guardian online, che il mezzo si stato rubato durante il viaggio. "Il crimine commesso contro i cittadini civili sconvolge per la sua crudeltà e il cinismo": lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze inviato al presidente tedesco Joachim Gauck e alla cancelliera Angela Merkel Merkel, e' un giorno molto duro "Questo e' un giorno molto duro": lo ha detto la cancelliera Angela Merkel in una dichiarazione fatta a Berlino e trasmessa da varie tv. "Dobbiamo desumere che si tratti di un attentato terroristico" ha aggiunto. L'attentato è avvenuto nel mercatino di Natale nella Breitscheidplatz, ai piedi della Gedaechtniskirche, la "Chiesa del ricordo", uno dei simboli di Berlino. La piazza è nei pressi della stazione "Zoologischer Garten". Sono diversi i feriti a terra e di alcuni stand sono distrutti. "Un camion è piombato su un mercatino di Natale a Berlino-Charlottenburg nei pressi del Breitscheidplatz. Si raccomanda ai connazionali di evitare la zona, tenersi informati sui media sugli sviluppi della situazione e seguire le indicazioni delle autorità locali". E' quanto si legge sul sito della Farnesina 'Viaggiare sicuri'. I camion utilizzati per gli attentati di Nizza a luglio e quello di Berlino ANSA

giovedì 15 dicembre 2016

Milano chiama Roma

Corrado Bevilacqua Milano chiama Roma Il sindaco di Milano, afferma un lancio ansam Giuseppe Sala, ex commissario straordinario di Expo, risulta indagato nell'inchiesta sulla 'Piastra dei servizi' dalla procura generale di Milano. Da una richiesta di proroga indagini, era emerso che la procura generale, dopo aver avocato l'inchiesta alla procura, ha iscritto nuovi nomi nel registro degli indagati. Tra loro figura il primo cittadino milanese. A Sala viene contestata dai magistrati un'ipotesi di falso. A coordinare l'inchiesta è il sostituto pg di Milano Felice Isnardi che poco più di un mese fa ha avocato l'indagine togliendola alla Procura che aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. Richiesta che era stata 'bocciata' dal gip. Con le nuove indagini della Procura generale è arrivata l'iscrizione di Sala. "Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco". Lo ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala in una nota. "Determinazione - ha aggiunto - che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano" Un'acquisizione di documenti sulle assunzioni e le nomine effettuate dalla sindaca Virginia Raggi è avvenuta ieri in Campidoglio. In particolare sarebbero state acquisite carte relative alla nomina di Salvatore Romeo, capo della segreteria politica della sindaca, di Carla Raineri, ex capo di Gabinetti dimessasi a fine agosto, e Raffaele Marra, ora al dipartimento del personale. L'inchiesta della Procura, affidata al pm Francesco Dall'Olio e all'aggiunto Paolo Ielo, è partita da un esposto di Fratelli d'Italia. Nessuna perquisizione, quindi, durante l'attività degli investigatori. Dunque gli agenti hanno chiesto agli uffici la documentazione sulle nomine effettuate dall'amministrazione Raggi. Tutta la documentazione richiesta è stata fornita dal Campidoglio. "Perquisizioni? Nulla da nascondere. Messo a disposizione i documenti richiesti in assoluta serenità". Così in un tweet la sindaca di Roma Virginia Raggi a proposito delle perquisizioni in Campidoglio di ieri. Ma non c'è solo l'inchiesta sulle nomine. Dopo la Polizia, anche la Guardia di Finanza, su mandato dell' Autorità nazionale Anticorruzione, ha effettuato una serie di acquisizioni documentali al Comune di Roma in relazione ad un appalto del XV municipio. Tra ieri ed oggi, secondo quanto si apprende da diverse fonti, gli uomini dell'Unità operativa speciale del nucleo anticorruzione hanno acquisito documenti e informazioni negli uffici del Campidoglio sull'appalto per la realizzazione della rotatoria Cassia-Giustiniana, nella zona nord della capitale, i cui costi - originariamente 280mila euro - sono lievitati fino a 717 mila euro. "Questa vicenda - ha detto poi la sindaca in una conferenza stampa - sta assumendo dei contorni ridicoli. C'è la magistratura che lavorerà a fronte di un esposto denuncia. Per fortuna il Pm ha l'obbligo di esercitare l'azione penale. Quando la magistratura chiede atti noi siamo lieti di fornirli. C'è massima trasparenza. Simpatico che tutto questo sia stato fatto dall'ex capo di gabinetto (Carla Romana Raineri, ndr) che di fatto è stata nominata con una procedura che io ritenevo illegittima". "Io - ha evidenziato - intendevo nominarla o con un altra procedura -ha aggiunto Raggi- Mi è stata sottoposta una procedura ex articolo 110, io chiesto parere all'Anac che si è pronunciata a riguardo, sanzionando qualcosa a cui sono stata indotta. E' interessante notare come l'unica persona che sia stata nominata con una procedura irregolare stia levando gli scudi". Blog Grillo: bufala perquisizioni, solo acquisizione atti - "Il Movimento 5 Stelle è sotto attacco e presto, mano a mano che ci avvicineremo alle politiche, sarà molto peggio. Ora si inventano vere e proprie bufale. Quanto riportato oggi da tutti i media su Virginia Raggi è falso. Contrariamente a quanto riportato dai giornali e dalle tv non c'è stata nessuna perquisizione in Campidoglio. Si é trattato di una semplice acquisizione di atti. Hanno mentito ai cittadini facendo immaginare uno stuolo di forze dell'ordine che si aggira tra i corridoi e le stanze di Palazzo Senatorio, rovesciando scrivanie, aprendo cassetti e seminando il panico tra i dipendenti. Tutto falso". E' quanto riporta il blog di Beppe Grillo in un post firmato Movimento Cinque Stelle. A retwittare il link "la bufala delle perquisizioni in Campidoglio" è anche la sindaca Virginia Raggi. Ora, io non so se il M5S sia sotto attacco o no, Quello che so ed è il motivo per cui mi sono schifato della politica è che nessun partito o movimento si salva. Non parlo delle istituzioni politiche a cominciare dalla presidenza della repubblica. Il presidente Mattarella. inventando un Renzi 2 usando come prestanome Gentloni, ha dimostrto di non tenere in alcun conto il fatto che dicendo no alla riforma della costituzione di Renzi l'Italia ha voluto dire di no a tuttta la sua politica. Malgrado ciiò 12 su 18 ministri del governo Gentijoni erano minstri di Renzi. Alla faccia...

mercoledì 14 dicembre 2016

Scalata di Vivendi a Mediaset

L’incursione di Vivendi in Mediaset infiamma Piazza Affari scrive il Corsera. L’odore di scalata ha scatenato un’ondata di acquisti sul titolo del Biscione, salito del 31,8% in Borsa, come mai prima, con il 12% del capitale passato di mano. E in serata, ad aggiungere legna sul fuoco, da Parigi è arrivata la notizia che il gruppo presieduto da Vincent Bolloré è salito già al 12,32% di Mediaset. Vivendi è salita al 20% del capitale di Mediaset. Lo afferma il gruppo francese in una nota dopo che martedì aveva annunciato di essere al 12,32% del Biscione. Sulla vicenda faro del governo: "Monitoreremo con attenzione l'evolversi della situazione", afferma il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. E Berlusconi, che oggi ha annullato gli impegni restando a Milano, va all'attacco: "Da Vivendi un'operazione ostile, non ci ridimensioneranno". La procura di Milano,nota l'Ansa, ha aperto un'indagine a carico di ignoti per manipolazione del mercato in seguito all'esposto presentato da Fininvest contro il gruppo francese Vivendi. La denuncia è stata firmata da Niccolò Ghedini e depositata ieri in seguito al comunicato diffuso il giorno prima nel quale la società francese annunciava di detenere oltre il 3% di Mediaset e di essere intenzionata a raggiungere una quota fino al 20% della stessa Mediaset. L'acquisto di azioni Mediaset - si legge in una nota - da parte di Vivendi, non concordato preventivamente con Fininvest, non può essere considerato altro che un'operazione ostile. Quanto a noi, c'è la compattezza più assoluta della mia famiglia su un punto molto preciso: non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori. Per questo abbiamo aumentato la nostra partecipazione e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi. Vivendi ha avuto l'opportunità, con l'accordo strategico firmato nello scorso aprile, di avviare con Mediaset una collaborazione che si preannunciava proficua per entrambi i gruppi. Purtroppo, questo accordo è stato disconosciuto da Vivendi nei modi e con le conseguenze anche giudiziarie che sono note. Non è certo questo il miglior biglietto da visita che Vivendi possa esibire nel riproporsi come azionista industriale della società". Calenda parla di "scalata ostile inappropriata". Il governo italiano, dice, ha "assoluto rispetto per le regole di mercato", tuttavia "non sembra davvero che quello che potrebbe apparire come un tentativo, del tutto inaspettato, di scalata ostile a uno dei più grandi gruppi media italiani, sia il modo più appropriato di procedere per rafforzare la propria presenza in Italia". Il balzo Mediaset si è quasi sgonfiato in chiusura e il titolo chiude in rialzo dell'1% a 3,62 euro. Con 83 milioni di azioni scambiate, è passato di mano oggi il 7% del capitale sociale. "Sarà dura, ma ci difenderemo", dalla "scalata di Vivendi", ha detto il presidente Mediaset Fedele Confalonieri incontrando alcune redazioni del gruppo per gli auguri, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti. "Non sarà facile", ha affermato, segnalando tra l'altro che "le aziende francesi tendono alla cannibalizzazione". Mediaset dovrà abituarsi non solo a guardare alla "concorrenza esterna", ha detto, ma anche alla "concorrenza interna". Sarà necessario guardarsi da quello che "succede nei corridoi". Berlusconi-Bolloré, infuria la guerra C'è attesa sulle possibili nuove contromosse della Fininvest alla scalata di Vivendi a Mediaset, dopo che la holding della famiglia Berlusconi ha annunciato ieri sera di aver arrotondato, tra acquisti e diritti di acquisto per oggi, la propria nel Biscione salendo al 38,266% del capitale, il 39,775% senza considerare le azioni proprie. Silvio Berlusconi, originariamente atteso nel pomeriggio a un evento a Roma, a quanto risulta non potrà intervenire e tutti gli occhi sono ora puntati su Arcore. A Villa San Martino infatti ieri sera si è tenuto, secondo quanti si è appreso, un vertice tra il fondatore del gruppo e la primogenita Marina, presidente Fininvest, con anche Pier Silvio, amministratore delegato Mediaset. Del resto gli incontri, come i contatti costanti con i figli, in questo contesto appaiono normali. Ieri Vivendi ha annunciato di essere salita al 12,32% di Mediaset. Analisti limano giudizio su titolo a 'neutral' - Viene limato il giudizio sul titolo Mediaset dagli analisti finanziari all'indomani del raid di Vivendi che si è portata al 12,32% del capitale. Scende di una tacca il giudizio di Main First Bank, che passa da 'outperform' (prestazione in Borsa superiore all'indice di riferimento) a 'neutral', con un prezzo obiettivo di 3,8 euro per azione, superiore peraltro ai 3,58 euro della chiusura di ieri dopo un rialzo del 31%. Analogo il taglio della raccomandazione di Ubs, che passa da 'buy' (acquistare) a 'neutral'. Vincent Bolloré ha sferrato il suo attacco a Mediaset e più ostile di così non si poteva immaginare (CONTINUA A LEGGERE) Romani, per 'scorrerie' serve sistema forte - "Abbiamo assistito a tante scorrerie da parte di aziende francesi" come sulla vicenda Parmalat. "Questo rischio c'è e bisogna che il sistema italiano sia più forte" per affrontarlo. Lo afferma, ai microfoni di Rainews 24 da Palazzo Madama, il capogruppo di Fi Paolo Romani interpellato sull'incursione di Vivendi in Mediaset. "Ho l'impressione che la holding Fininvest abbia messo in sicurezza almeno parziale" l'azienda, osserva ancora Romani.

lunedì 12 dicembre 2016

Lo strano caso del sig. Renzi e del suo servo Gentiloni

Associated Press Ha sciolto la riserva e alle 20 il giuramento. Ma mentre il premier incaricato è a colloquio con Mattarella scoppia la 'grana' Verdini. Il leader di Ala in una nota sottoscritt anche da Enrico Zanetti afferma che non voterà la fiducia "senza rappresentanza" nella compagine governativa. LA NOTA DI ALA - "Non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis". Così Denis Verdini e Enrico Zanetti in una nota affermando che il governo "deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio". "In questi giorni abbiamo rappresentato al Presidente della Repubblica e successivamente al Presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità: siamo convinti che il Paese abbia bisogno di un governo nella pienezza delle sue funzioni, sufficientemente forte per far fronte alle immediate emergenze economiche ed internazionali legate al ruolo del nostro Paese, e alla imprescindibile necessità di una legge elettorale che, a nostro avviso, non può che essere il frutto del lavoro del Parlamento della Repubblica e che doveva e deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio, affermano Verdini e Zanetti. LA DIRETTA DAL QUIRINAL Il presidente incaricato ha annunciato l'appuntamento al Colle dopo l'ultimo giro di consultazioni chiuso con la delegazione del Pd. 'Ho cercato di conciliare l'esigenza di tempi stretti, così c,lle parole del capo dello Stato, con quella di ascoltare tutti. Rispetto le posizioni di tutti, sia di chi mi appoggia sia di chi non mi sostiene'. Sarebbero stati sciolti gli ultimi dubbi sulla composizione del governo (con Alfano verso gli Esteri), tanto che i tempi si stringono e il giuramento del nuovo esecutivo potrebbe avvenire già stasera. Domani il passaggio di consegne con Renzi, il primo Cdm e la presentazione in Parlamento, a partire dalla Camera. Dalla Direzione dei Dem è arrivato il via libera unanime al nuovo esecutivo. Anche se la minoranza, in un documento, chiede 'discontinuità' rispetto al governo Renzi e annuncia che valuterà le singole misure in base 'alla capacità di ascolto delle esigenze del Paese'. Intanto resta aperto il confronto nel Pd che in mattinata ha riunito la Direzione in via del Nazareno. M5S E LEGA, che non hanno partecipato alle consultazioni, vanno ALL'ATTACCO: Matteo Salvini ha fatto sapere che la Legaresta sull'Aventino e non parteciperà ai voti di fiducia. Mentre Beppe Grillo annuncia che entro il 24 gennaio (data dell'udienza della Consulta sull'Italicum) i cinque stelle scenderanno in piazza. IL TIMING DEL NUOVO GOVERNO Del nuovo governo parla anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che chiede a Gentiloni di 'non occuparsi solo della legge elettorale'. 'Al di là della durata di questo governo, a cui facciamo un in bocca al lupo occorre che si vada avanti nella stagione delle riforme e che non ci sia un rallentamento. Non si può pensare solo alla legge elettorale anche se è importante, bisogna stare attenti ai fondamentali del nostro Paese', dice. Mentre il Financial Time, in un editoriale, lancia un nuovo all'allarme sull'ipotesi, che pure definisce 'molto improbabile', che l'Italia esca dall'eurozona. IL DISCORSO DI GENTILONI DOPO L'INCARICO Il nome di Paolo Gentiloni era già da giorni nella rosa dei papabili per il nuovo governo. (LA BIOGRAFIA). Adesso Uahderrimpazza il toto-nomi per il governo: ipotesi Fassino, Boschi rimarrebbe. Le posizioni politiche in campo - Berlusconi ha bocciato le larghe intese ma è pronto a sostenere il governo che nascerà, fino alla nuova legge elettorale. Il MoVimento 5 Stelle e la Lega hanno già minacciato l'Aventino e manifestazioni di massa. La delegazione Dem ha assicurato il pieno sostegno alle scelte del Capo dello Stato. Intanto Renzi ha scritto su Facebook un lungo post notturno: "Lascio davvero. Proveremo a ripartire per cambiar "Il nostro Paese - ha evidenziato ieri il presidente Mattarella al termine delle consultazioni - ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni.Vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni, scadenze che vanno affrontati e rispettati. Si tratta di adempimenti e scadenze interne, europee e internazionali". Ora, se questi sono i fatti rimane solo d dire che mentre nel rapporto si signoria a arevit nella diskerttica hrgrliang DE====5434 vv

domenica 11 dicembre 2016

Mattarella sceglie Gentiloni.

"Faciliterò il percorso per una nuova legge elettorale. C'è urgenza, governo al più presto possibile".La prima delegazione a salire al Colle era s socco notata quella di Si-Sel. Quindi alle 11,30,tocca volta dei rappresentanti di Ala, il gruppo di Denis Verdini. Alle 12 i leader di Ncd, guidati da Angelino Alfano. Quindi, dopo la pausa, alle 16, la delegazione azzurra accompagnata da Silvio Berlusconi, alle 17 quella del Movimento cinque stelle. Infine, alle 18, i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd, accompagnati dal vicesegretario Lorenzo Guerini e il presidente Matteo Orfini. Ecco il calendario delle consultazioni al Quirinale. 17.32 M5s, governo calato dall'alto non ha legittimazione - "Renzi, tutto il suo governo, e il Pd hanno fallito. Non è una nostra asserzione, ma un'affermazione certificata dal voto. Qualunque nuovo governo calato dall'alto non avrebbe legittimazione popolare e se in continuità con quello precedente imporrebbe le stesse ricette economiche di lacrime e sangue".. Lo afferma il capogruppo M5S Giulia Grillo al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella. 16.37 Berlusconi, legge elettorale e poi voto - "Abbiamo illustrato a Mattarella quella che ci sembra l'unica strada possibile, l'approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi consentire agli italiani di esprimersi con il voto". Lo afferma il leader di FI Silvio Berlusconi al termine delle consultazioni. "Dopo il voto - ha detto il Cav - dovrà riprendere il percorso costituente in termini finalmente condivisi". "Una nuova legge elettorale deve rendere omogenei i sistemi della Camera e del Senato e deve garantire corrispondenza fra la maggioranza parlamentare e quella del popolo. Siamo pronti a collaborare nel modo più costruttivo". 12:49 Alfano, governo di responsabilità comune o Renzi-bis - "Siamo disponibili a governo con responsabilità comune" con la partecipazione "di tutte le forze volenterose che avranno il senso di appartenenza comune", afferma il leader di Ncd Angelino Alfano. "Qualora ci fosse un diniego da parte degli altri potenziali partecipanti non avremmo nulla in contrario anzi, avremmo molto di favorevole, ad una prosecuzione di Matteo Renzi" alla guida dell'esecutivo. "Serve una chiusura rapida della crisi" e il nostro gruppo "è disponibile a non attendere" la sentenza della Consulta del 24 gennaio per cominciare a lavorare sulla modifica della legge elettorale, ha aggiunto. 11:53 Ala-Sc,ok Renzi-bis o governo altro tipo - "Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l'importante è che il Paese esca dall'impasse" e intervenga sui temi più di emergenza e sulla legge elettorale. Lo afferma il senatore di Ala-Sc Denis Verdini al termine delle consultazioni. E a chi gli chiede se Ala entrerà nel nuovo governo Verdini sottolinea: "Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare, e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato". 11:33 SI, nessun sostegno a governo Gentiloni - "Assolutamente no. Siamo molto chiari e netti. Discontinuità vuol dire discontinuità, non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità". Lo afferma la capogruppo di Sinistra Italiana al Senato Loredana De Petris al termine delle consultazioni rispondendo a chi le chiede se il gruppo appoggerebbe un governo Gentiloni. Aspettando i re magi Le consultazioni, il Quirinale punta a chiudere subito. Gentiloni in pole per il governo Sabato, a partire dalle 11, sino alle 18, il gran finale delle consultazioni con Berlusconi, M5s e Pd, Cresce per il governo l'ipotesi di Paolo Gentiloni, attuale ministro degli Esteri. Oggi si è conclusa la seconda giornata di consultazioni per la formazione del nuovo Esecutivo. Mattarella, che punta ad accelerare, ha ricevuto al Quirinale le formazioni parlamentari numericamente più piccole. Intanto sulla crisi arriva la tegola Mps, con la bocciatura da parte della Bce della richiesta di una proroga dell'aumento di capitale. Oggi, a parttire dalle 11, sino alle 18, il gran finale delle consultazioni con Berlusconi, M5s e Pd, cioè le maggiori forze politiche presenti in Parlamento. La prima delegazione a salire al Colle è quella di Si-Sel. Quindi alle 11,30, sarà la volta dei rappresentanti di Ala, il gruppo di Denis Verdini. Alle 12 i leader di Ncd, guidati da Angelino Alfano. Quindi, dopo la pausa, alle 16, la delegazione azzurra accompagnata da Silvio Berlusconi, alle 17 quella del Movimento cinque stelle. Infine, alle 18, i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd, accompagnati dal vicesegretario Lorenzo Guerini e il presidente Matteo Orfini. Ecco il calendario delle consultazioni al Quirinale. Intanto Gentiloni si è recato a Palazzo Chigi, dove Renzi è tornato dopo la pausa a Pontassieve per l'Immacolata. SEGUI LA DIRETTA WEB DELLE CONSULTAZIONI: tutti gli nterventi alla fine dei colloqui con Mattarella 19.08 Lega, al voto il prima possibile - "Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi presidente del Consiglio. Si deve andare al voto il prima possibile". Lo ha detto Giancarlo Giorgetti della Lega al Quirinale sottolineando che "questa è la posizione che emerge dal referendum". "Non ci interessa la legge elettorale. Basta che si voti il prima possibile. Ci sono leggi già usate che in un sol giorno possono essere reinserite nell'ordinamento". 18.26 Zeller, non si può andare subito al voto - "La situazione attuale non consente di andare subito alle elezioni. La legge elettorale attuale non è applicabile. Il Parlamento non può farsi sostituire dalla Consulta. Allo stato le camere non possono essere sciolte". Lo ha detto Karl Zeller del gruppo Autonomie del Senato al Quirinale. 18:03 Consultazioni: Monchiero (Ci), allargare confini maggioranza - "Auspichiamo che i confini dell'attuale maggioranza siano allargati. E che il Parlamento impieghi questi mesi che ci separano dal voto lavorando con maggiore concordia rispetto al passato". Lo afferma Giovanni Monchiero, presidente del gruppo Civici e Innovatori alla Camera, dopo l'incontro con il Presidente della Repubblica. "Abbiamo bisogno di un governo politico, responsabile e autorevole - conclude - in grado di riavvicinare la politica ai cittadini". 17:43 Ferrara(Gal), appoggio a soluzioni Mattarella "Siamo pronti ad appoggiare le soluzioni prospettate dal Presidente della Repubblica". Lo ha detto Mario Ferrara, capogruppo Gal al Senato al termine del suo incontro con Sergio Mattarella. Quanto ai tempi di approvazione della nuova legge elettorale, ha aggiunto: "si può anche iniziare domani, ma non aspettare le conclusioni della Corte sarebbe una violazione del principio di lealtà". 17:06 Dellai (Centro Democratico) serve una transizion responsabile - "Serve una transizione responsabile che non si fa prendere da chi dice 'al voto al voto' a prescindere da tutto. Sarebbe gravissimo". Lo ha detto Lorenzo Dellai al Quirinale. "Non riteniamo - ammonisce che il tema della legge elettorale possa essere scaricato sulla Consulta, che non ha funzioni di decisione sul sistema elettorale. E' il Parlamento che deve farsi carico di ciò", ha concluso. 16:32 Meloni, al voto entro marzo - "La road map di Fratelli d'Italia è fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell'anno. Quindi scioglimento a gennaio e voto entro marzo". Lo ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni. 16:02 Mattarella riprende gli incontri, ora tocca a Fdi - Sono riprese al Quirinale le consultazioni di Mattarella. La sessione pomeridiana degli incontri allo Studio alla Vetrata viene aperta dalla delegazione di Fdi, composta da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Fabio Rampelli. 14:00 Davico (Moderati), ripartire da referendum - "La partecipazione dei cittadini al referendum è il punto da cui ripartire per ritrovare la serenità e l'affiatamento che porti il prossimo governo a rimettere in equilibrio il sistema elettorale legando gli eletti alle grandi questioni nazionali e territoriali", ha detto al Quirinale Michelino Davico dei Moderati. 13:23 Formisano, Mattarella vuole chiudere presto la crisi - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole risolvere "in tempi rapidi" la crisi, lavorando "in direzione di una maggioranza più ampia possibile in Parlamento". Lo ha detto nello Formisano al Quirinale. 13:04 Nencini (Psi), meglio governo di scopo - "Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica più soluzioni, prediligendo un governo di scopo e di responsabiità corale". Lo ha detto Riccardo Nencini (Psi) al Quirinale. 12:51 Formisano, serve governo per legge elettorale - "Serve un Governo nella pienezza della sue funzioni per fare una legge elettorale omogenea, ascoltando anche quello che dirà la Consulta. Serve inoltre una maggioranza quanto più ampia possibile, data la gravità della situazione in cui il Paese versa, ma senza dimenticare che una maggioranza c'è e lo ha dimostrato con il voto di fiducia al Senato sulla legge di Bilancio". Lo ha detto Nello Formisano al Quirinale. 12:50 Davico (Gal), ripartire da referendum - "La partecipazione dei cittadini al referendum è il punto da cui ripartire per ritrovare la serenità e l'affiatamento che porti il prossimo governo a rimettere in equilibrio il sistema elettorale legando gli eletti alle grandi questioni nazionali e territoriali". Lo ha detto al Quirinale Michelino Davico di Gal. 12:30 Tosi, Renzi Bis? se per nuova l. elettorale - "Se lo scopo di un Renzi bis è un breve interim per la nuova legge elettorale a prescindere dalla Consulta, in questa chiave un reincarico avrebbe lo standing internazionale necessario". Lo dice al Quirinale Flavio Tosi di Fare. 12:07 Vaccaro (Idea), nuovo governo al più presto - "Abbiamo chiesto il massimo per dare al Paese il governo che merita nel tempi più brevi possibile e dare una maggioranza più ampia per le riforme". Lo ha detto Guglielmo Vaccaro di Idea. 11:48 Buttiglione, ora grande coalizione - "Per la seconda volta il popolo ha bocciato la grande riforma e contemporaneamente il sistema maggioritario: ora serve una legge proporzionale, la prossima legislatura deve essere quella della grande coalizione tra la sinistra democratica e i partiti che fanno riferimento al Ppe in Italia: Su questo lancio un appello a Silvio Berlusconi". Lo afferma l'ex ministro Rocco Buttiglione dell'Udc. 11:24 Al, legge elettorale dia potere a cittadini - "Diciamo no a soluzioni improvvisate che non tengano conto della sentenza della Consulta del 2014". Lo dice Pippo Civati di Alternativa Libera - Possibile. "Siamo pronti a andare a votare, ma lo si faccia in condizioni di rispettare la volontà cittadini. E ci sia un governo che consenta al Parlamento di lavorare sulla soluzione migliore e più rappresentativa". Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Artini: "le elezioni hanno un senso se ci sono le condizioni per arrivarci e tenendo conto dell'esito del referendum". 11:01 Svp, cambiare Italicum in Parlamento, subito - "Votare con l'Italicum in questa situazione è tecnicamente impraticabile", ha detto Daniel Alfreider, di SvP. "Servirà una modifica. I numeri in Parlamento ci sono. Occorre un governo che vari una nuova legge elettorale anche senza il verdetto della Consulta", ha spiegato aggiungendo che "la responsabilità è del Parlamento, e se siamo in questo pasticcio è giusto che il Parlamento sani la situazione. I cittadini hanno il diritto di sapere come si vota. Le politiche di cambiamento si fanno solo con la stabilità e la continuità a lungo termine. Non possiamo permetterci un governo che non sia nella pienezza dei poteri", ha concluso. 10:36 Pisicchio, serve nuovo governo senza aggettivi - "Il Governo non ha aggettivi. E' un governo e basta. E' un governo da fare, e da subito, partendo dalla maggioranza che c'era e aprendo a altre forze. Non possiamo più perdere tempo". Lo ha detto il presidente del Gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio. 10:22 Campanella (Si), si veda effetto referendum - Al presidente Mattarella "abbiamo segnalato la diffusa opinione presso il gruppo Misto che sia visibile l'effetto del referendum appena tenutosi. Ci aspettiamo che si possa con il prossimo governo riuscire a dare la possibilità al Parlamento di esprimere in un'ampia maggioranza una legge elettorale che restituisca alle Camere il peso che la Costituzione le attribuisce". Lo ha detto Francesco Campanella di Si-Sel. 10:20 Idv, ok governo responsabilità nazionale - "Abbiamo espresso l'idea di andare al voto con una legge elettorale riformata che faccia scegliere ai cittadini i rappresentanti ed al Paese di avere un governo stabile". Lo ha detto Maurizio Romani di Idv dicendo che il suo partito "è disponibile ad un governo di responsabilità nazionale ma con la più ampia partecipazione possibile per una legge elettorale e per conti dello Stato da mettere in sicurezza". Era stata quindi la volta d Berlusconi;"Legge elettorale e poi voto. No larghe intese". Gentiloni restava in pole per il governo. M5s al Colle: "Governo dimissionario fino a Consulta poi voto". Ora è la volta del Pd Terninata la prima tornata din consultazioni, la prima delegazione ad incontrare questo pomeriggio il presidente Sergio Mattarella è quella di FI, guidata da Silvio Berlusconi e composta inoltre dai due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta. "Abbiamo illustrato a Mattarella - ha detto il Cavaliere al termine del colloquio - quella che ci sembra l'unica strada possibile, l'approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi consentire agli italiani di esprimersi con il voto". "Fi - ha detto ancora l'ex premoer - non è disponibile a sostenere un governo di larga coalizione. Tocca al Pd esprimere e sostenere un governo per la parte restante della legislatura, che deve essere la piu' breve possibile". "Cogliamo l'occasione - ha concluso - per ribadire anche alla luce degli eventi di questi giorni la nostra considerazione per il senso di responsabilità istituzionale del presidente Mattarella e la fiducia nel suo ruolo di garante della vita democratica del Paese in questa fase delicata". Il Movimento cinque stelle ha chiesto al Colle che resti il governo dimissionario fino alla sentenza della Consulta sull'Italicum e poi si vada a votare. La delegazione del M5s composta dai capigruppo Giulia Grillo e Luigi Gaetti è arrivata al Quirinale per le consultazioni con il presidente Sergio Mattarella. Si tratta del penultimo incontro previsto: dopo il M5s chiuderà la giornata delle consultazioni la delegazione del Pd.

Il PKK scatena l'ìnferno a Istanbul

Libearuon è conosciuto sin dalla sua fondazione per il suo stiLe, il libée! Fausto Bertinotti, sptofondati nela sua vfLe PKK, scrive Liberation, et une organisation dissidente connue sous le nom de TAK s’en prennent régulièrement à des cibles de la police. Deux précédents attentats contre des cars de lalb police ont fait des dizaines de morts cette année à Ankara. A Istanbul, quatre touristes ont été tués et 36 personnes blessées en mars sur la célèbre avenue Istiklal, dans un attentat-suicide revendiqué par l’EI. Les autorités ont également affirmé que les jihadistes étaient derrière l’attentat qui avait fait 47 morts en juin à l’aéroport Membre de la coalition internationale qui combat l’EI en Syrie et en Irak, la Turquie a déclenché en août une offensive dans le nord de la Syrie pour repousser les jihadistes vers le sud. Devant le risque d’attentats à Istanbul, les Etats-Unis avaient ordonné en octobre l’évacuation des familles des employés de leur consulat dans la mégalopole turque. L’ambassade des Etats-Unis à Ankara a condamné sur Twitter une «attaque lâche» et assuré se tenir «aux côtés du peuple turc contre le terrorisme». Plusieurs pays européens ont également condamné cette attaque et exprimé leur solidarité avec la Turquie. «La France apporte son plein soutien à la Turquie dans cette nouvelle épreuve», a déclaré son président François Hollande, tandis que le Royaume-Uni s’est dit, par l’intermédiaire de son ministre des Affaires étrangères Boris Johnson, «déterminé à Quatre pays d'Afrique de l'Ouest s'engagent à bannir les carburants toxiques. Questo articlo contienvuna lez9s

sabato 10 dicembre 2016

Un govderno Gentiloni?

Consultazioni, Berlusconi al Colle: "Legge elettorale e poi voto. No larghe intese". Gentiloni resta in pole per il governo Al Quirinale il Ca l'uoov con Romani e Brunetta. M5s al Colle: "Governo dimissionario fino a Consulta poi voto". Ora è la volta del Pd Terninate le rminatavia l'ultima tornata delle consultazioni al Quirinale. La prima delegazione ad incontrare questo pomeriggio il presidente Sergio Mattarella è quella di FI, guidata da Silvio Berlusconi e composta inoltre dai due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta. "Abbiamo illustrato a Mattarella - ha detto il Cavaliere al termine del colloquio - quella che ci sembra l'unica strada possibile, l'approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi consentire agli italiani di esprimersi con il voto". "Fi - ha detto ancora l'ex premoer - non è disponibile a sostenere un governo di larga coalizione. Tocca al Pd esprimere e sostenere un governo per la parte restante della legislatura, che deve essere la piu' breve possibile". "Cogliamo l'occasione - ha concluso - per ribadire anche alla luce degli eventi di questi giorni la nostra considerazione per il senso di responsabilità istituzionale del presidente Mattarella e la fiducia nel suo ruolo di garante della vita democratica del Paese in questa fase delicata". Il Movimento cinque stelle ha chiesto al Colle che resti il governo dimissionario fino alla sentenza della Consulta sull'Italicum e poi si vada a votare. La delegazione del M5s composta dai capigruppo Giulia Grillo e Luigi Gaetti è arrivata al Quirinale per le consultazioni con il presidente Sergio Mattarella. Si tratta del penultimo incontro previsto: dopo il M5s chiuderà la giornata delle consultazioni la delegazione del Pd. SEGUI LA DIRETTA WEB DELLE CONSULTAZIONI: La prima delegazione a salire al Colle stamattina è stata quella di Si-Sel. Quindi alle 11,30, sarà la volta dei rappresentanti di Ala, il gruppo di Denis Verdini. Alle 12 i leader di Ncd, guidati da Angelino Alfano. Quindi, dopo la pausa, alle 16, la delegazione azzurra accompagnata da Silvio Berlusconi, alle 17 quella del Movimento cinque stelle. Infine, alle 18, i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd, accompagnati dal vicesegretario Lorenzo Guerini e il presidente Matteo Orfini. Ecco il calendario delle consultazioni al Quirinale. 17.32 M5s, governo calato dall'alto non ha legittimazione - "Renzi, tutto il suo governo, e il Pd hanno fallito. Non è una nostra asserzione, ma un'affermazione certificata dal voto. Qualunque nuovo governo calato dall'alto non avrebbe legittimazione popolare e se in continuità con quello precedente imporrebbe le stesse ricette economiche di lacrime e sangue". Lo afferma il capogruppo M5S Giulia Grillo al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella. 16.37 Berlusconi, legge elettorale e poi voto - "Abbiamo illustrato a Mattarella quella che ci sembra l'unica strada possibile, l'approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi consentire agli italiani di esprimersi con il voto". Lo afferma il leader di FI Silvio Berlusconi al termine delle consultazioni. "Dopo il voto - ha detto il Cav - dovrà riprendere il percorso costituente in termini finalmente condivisi". "Una nuova legge elettorale deve rendere omogenei i sistemi della Camera e del Senato e deve garantire corrispondenza fra la maggioranza parlamentare e quella del popolo. Siamo pronti a collaborare nel modo più costruttivo". 12:49 Alfano, governo di responsabilità comune o Renzi-bis - "Siamo disponibili a governo con responsabilità comune" con la partecipazione "di tutte le forze volenterose che avranno il senso di appartenenza comune", afferma il leader di Ncd Angelino Alfano. "Qualora ci fosse un diniego da parte degli altri potenziali partecipanti non avremmo nulla in contrario anzi, avremmo molto di favorevole, ad una prosecuzione di Matteo Renzi" alla guida dell'esecutivo. "Serve una chiusura rapida della crisi" e il nostro gruppo "è disponibile a non attendere" la sentenza della Consulta del 24 gennaio per cominciare a lavorare sulla modifica della legge elettorale, ha aggiunto. 11:53 Ala-Sc,ok Renzi-bis o governo altro tipo - "Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l'importante è che il Paese esca dall'impasse" e intervenga sui temi più di emergenza e sulla legge elettorale. Lo afferma il senatore di Ala-Sc Denis Verdini al termine delle consultazioni. E a chi gli chiede se Ala entrerà nel nuovo governo Verdini sottolinea: "Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare, e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato". 11:33 SI, nessun sostegno a governo Gentiloni - "Assolutamente no. Siamo molto chiari e netti. Discontinuità vuol dire discontinuità, non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità". Lo afferma la capogruppo di Sinistra Italiana al Senato Loredana De Petris al termine delle consultazioni rispondendo a chi le chiede se il gruppo appoggerebbe un governo Gentiloni. Cresce per il governo l'ipotesi di Paolo Gentiloni, attuale ministro degli Esteri (LA BIOGRAFIA). Ma restano in campo anche i nomi del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio (LA BIOGRAFIA) e il presidente del Senato Pietro Grasso (LA BIOGRAFIA) così come quella del ministro all'Economia Pier Carlo Padoan (BIOGRAFIA) o del reincarico a Matteo Renzi Intanto sulla crisi arriva la tegola Mps, con la bocciatura da parte della Bce della richiesta di una proroga dell'aumento di capitale. Ieri Gentiloni si è recato a Palazzo Chigi, dove Renzi è tornato dopo la pausa a Pontassieve per l'Immacolata.

venerdì 9 dicembre 2016

Aspettando i re magi

Le consultazioni, il Quirinale punta a chiudere subito. Gentiloni in pole per il governo Sabato, a partire dalle 11, sino alle 18, il gran finale delle consultazioni con Berlusconi, M5s e Pd, Cresce per il governo l'ipotesi di Paolo Gentiloni, attuale ministro degli Esteri. Oggi si è conclusa la seconda giornata di consultazioni per la formazione del nuovo Esecutivo. Mattarella, che punta ad accelerare, ha ricevuto al Quirinale le formazioni parlamentari numericamente più piccole. Intanto sulla crisi arriva la tegola Mps, con la bocciatura da parte della Bce della richiesta di una proroga dell'aumento di capitale. Oggi, a parttire dalle 11, sino alle 18, il gran finale delle consultazioni con Berlusconi, M5s e Pd, cioè le maggiori forze politiche presenti in Parlamento. La prima delegazione a salire al Colle è quella di Si-Sel. Quindi alle 11,30, sarà la volta dei rappresentanti di Ala, il gruppo di Denis Verdini. Alle 12 i leader di Ncd, guidati da Angelino Alfano. Quindi, dopo la pausa, alle 16, la delegazione azzurra accompagnata da Silvio Berlusconi, alle 17 quella del Movimento cinque stelle. Infine, alle 18, i presidenti dei gruppi parlamentari del Pd, accompagnati dal vicesegretario Lorenzo Guerini e il presidente Matteo Orfini. Ecco il calendario delle consultazioni al Quirinale. Intanto Gentiloni si è recato a Palazzo Chigi, dove Renzi è tornato dopo la pausa a Pontassieve per l'Immacolata. SEGUI LA DIRETTA WEB DELLE CONSULTAZIONI: tutti gli nterventi alla fine dei colloqui con Mattarella 19.08 Lega, al voto il prima possibile - "Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi presidente del Consiglio. Si deve andare al voto il prima possibile". Lo ha detto Giancarlo Giorgetti della Lega al Quirinale sottolineando che "questa è la posizione che emerge dal referendum". "Non ci interessa la legge elettorale. Basta che si voti il prima possibile. Ci sono leggi già usate che in un sol giorno possono essere reinserite nell'ordinamento". 18.26 Zeller, non si può andare subito al voto - "La situazione attuale non consente di andare subito alle elezioni. La legge elettorale attuale non è applicabile. Il Parlamento non può farsi sostituire dalla Consulta. Allo stato le camere non possono essere sciolte". Lo ha detto Karl Zeller del gruppo Autonomie del Senato al Quirinale. 18:03 Consultazioni: Monchiero (Ci), allargare confini maggioranza - "Auspichiamo che i confini dell'attuale maggioranza siano allargati. E che il Parlamento impieghi questi mesi che ci separano dal voto lavorando con maggiore concordia rispetto al passato". Lo afferma Giovanni Monchiero, presidente del gruppo Civici e Innovatori alla Camera, dopo l'incontro con il Presidente della Repubblica. "Abbiamo bisogno di un governo politico, responsabile e autorevole - conclude - in grado di riavvicinare la politica ai cittadini". 17:43 Ferrara(Gal), appoggio a soluzioni Mattarella "Siamo pronti ad appoggiare le soluzioni prospettate dal Presidente della Repubblica". Lo ha detto Mario Ferrara, capogruppo Gal al Senato al termine del suo incontro con Sergio Mattarella. Quanto ai tempi di approvazione della nuova legge elettorale, ha aggiunto: "si può anche iniziare domani, ma non aspettare le conclusioni della Corte sarebbe una violazione del principio di lealtà". 17:06 Dellai (Centro Democratico) serve una transizion responsabile - "Serve una transizione responsabile che non si fa prendere da chi dice 'al voto al voto' a prescindere da tutto. Sarebbe gravissimo". Lo ha detto Lorenzo Dellai al Quirinale. "Non riteniamo - ammonisce che il tema della legge elettorale possa essere scaricato sulla Consulta, che non ha funzioni di decisione sul sistema elettorale. E' il Parlamento che deve farsi carico di ciò", ha concluso. 16:32 Meloni, al voto entro marzo - "La road map di Fratelli d'Italia è fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell'anno. Quindi scioglimento a gennaio e voto entro marzo". Lo ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni. 16:02 Mattarella riprende gli incontri, ora tocca a Fdi - Sono riprese al Quirinale le consultazioni di Mattarella. La sessione pomeridiana degli incontri allo Studio alla Vetrata viene aperta dalla delegazione di Fdi, composta da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Fabio Rampelli. 14:00 Davico (Moderati), ripartire da referendum - "La partecipazione dei cittadini al referendum è il punto da cui ripartire per ritrovare la serenità e l'affiatamento che porti il prossimo governo a rimettere in equilibrio il sistema elettorale legando gli eletti alle grandi questioni nazionali e territoriali", ha detto al Quirinale Michelino Davico dei Moderati. 13:23 Formisano, Mattarella vuole chiudere presto la crisi - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole risolvere "in tempi rapidi" la crisi, lavorando "in direzione di una maggioranza più ampia possibile in Parlamento". Lo ha detto nello Formisano al Quirinale. 13:04 Nencini (Psi), meglio governo di scopo - "Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica più soluzioni, prediligendo un governo di scopo e di responsabiità corale". Lo ha detto Riccardo Nencini (Psi) al Quirinale. 12:51 Formisano, serve governo per legge elettorale - "Serve un Governo nella pienezza della sue funzioni per fare una legge elettorale omogenea, ascoltando anche quello che dirà la Consulta. Serve inoltre una maggioranza quanto più ampia possibile, data la gravità della situazione in cui il Paese versa, ma senza dimenticare che una maggioranza c'è e lo ha dimostrato con il voto di fiducia al Senato sulla legge di Bilancio". Lo ha detto Nello Formisano al Quirinale. 12:50 Davico (Gal), ripartire da referendum - "La partecipazione dei cittadini al referendum è il punto da cui ripartire per ritrovare la serenità e l'affiatamento che porti il prossimo governo a rimettere in equilibrio il sistema elettorale legando gli eletti alle grandi questioni nazionali e territoriali". Lo ha detto al Quirinale Michelino Davico di Gal. 12:30 Tosi, Renzi Bis? se per nuova l. elettorale - "Se lo scopo di un Renzi bis è un breve interim per la nuova legge elettorale a prescindere dalla Consulta, in questa chiave un reincarico avrebbe lo standing internazionale necessario". Lo dice al Quirinale Flavio Tosi di Fare. 12:07 Vaccaro (Idea), nuovo governo al più presto - "Abbiamo chiesto il massimo per dare al Paese il governo che merita nel tempi più brevi possibile e dare una maggioranza più ampia per le riforme". Lo ha detto Guglielmo Vaccaro di Idea. 11:48 Buttiglione, ora grande coalizione - "Per la seconda volta il popolo ha bocciato la grande riforma e contemporaneamente il sistema maggioritario: ora serve una legge proporzionale, la prossima legislatura deve essere quella della grande coalizione tra la sinistra democratica e i partiti che fanno riferimento al Ppe in Italia: Su questo lancio un appello a Silvio Berlusconi". Lo afferma l'ex ministro Rocco Buttiglione dell'Udc. 11:24 Al, legge elettorale dia potere a cittadini - "Diciamo no a soluzioni improvvisate che non tengano conto della sentenza della Consulta del 2014". Lo dice Pippo Civati di Alternativa Libera - Possibile. "Siamo pronti a andare a votare, ma lo si faccia in condizioni di rispettare la volontà cittadini. E ci sia un governo che consenta al Parlamento di lavorare sulla soluzione migliore e più rappresentativa". Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Artini: "le elezioni hanno un senso se ci sono le condizioni per arrivarci e tenendo conto dell'esito del referendum". 11:01 Svp, cambiare Italicum in Parlamento, subito - "Votare con l'Italicum in questa situazione è tecnicamente impraticabile", ha detto Daniel Alfreider, di SvP. "Servirà una modifica. I numeri in Parlamento ci sono. Occorre un governo che vari una nuova legge elettorale anche senza il verdetto della Consulta", ha spiegato aggiungendo che "la responsabilità è del Parlamento, e se siamo in questo pasticcio è giusto che il Parlamento sani la situazione. I cittadini hanno il diritto di sapere come si vota. Le politiche di cambiamento si fanno solo con la stabilità e la continuità a lungo termine. Non possiamo permetterci un governo che non sia nella pienezza dei poteri", ha concluso. 10:36 Pisicchio, serve nuovo governo senza aggettivi - "Il Governo non ha aggettivi. E' un governo e basta. E' un governo da fare, e da subito, partendo dalla maggioranza che c'era e aprendo a altre forze. Non possiamo più perdere tempo". Lo ha detto il presidente del Gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio. 10:22 Campanella (Si), si veda effetto referendum - Al presidente Mattarella "abbiamo segnalato la diffusa opinione presso il gruppo Misto che sia visibile l'effetto del referendum appena tenutosi. Ci aspettiamo che si possa con il prossimo governo riuscire a dare la possibilità al Parlamento di esprimere in un'ampia maggioranza una legge elettorale che restituisca alle Camere il peso che la Costituzione le attribuisce". Lo ha detto Francesco Campanella di Si-Sel. 10:20 Idv, ok governo responsabilità nazionale - "Abbiamo espresso l'idea di andare al voto con una legge elettorale riformata che faccia scegliere ai cittadini i rappresentanti ed al Paese di avere un governo stabile". Lo ha detto Maurizio Romani di Idv dicendo che il suo partito "è disponibile ad un governo di responsabilità nazionale ma con la più ampia partecipazione possibile per una legge elettorale e per conti dello Stato da mettere in sicurezza". ANSA, ADN, Agenzia ITALIA, Corriere it

giovedì 8 dicembre 2016

Sgomitando

Cominciamo con i fatti Al via le consultazioni, il Quirinale punta a chiudere subito Di Maio: al voto con Renzi. Franceschini: sto col segretario Prima giornata di consultazioni al Quirinale, avviate a seguito delle dimissioni di Renzi. Mattarella ha incontrato le alte cariche dello Stato: il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera Laura Boldrini, infine il presidente emerito Giorgio Napolitano. Poi, fino a sabato, il presidente della Repubblica ascolterà tutti i gruppi parlamentari e vuole chiudere in fretta. Venerdì 9, giornata in cui le consultazioni riguarderanno le formazioni parlamentari numericamente più piccole, si comincia alle 10 con il gruppo Misto al Senato. Contro un nuovo governo Forza Italia e M5s: 'Non serve un governo per fare una legge elettorale', ha detto Di Maio, 'si faccia con Renzi dimissionario'. Piace invece alla minoranza Pd l'ipotesi di un nuovo esecutivo a guida Dem. Ma Franceschini stronca i retroscena: 'Sto col segretario'. Grillo: 'Siamo uniti, senza correnti'. Schifani propone un esecutivo sostenuto dalle stesse -: Nel Pd si conferma la linea indicata da Renzi in direzione e cioè un governo di responsabilità nazionale con tutti oppure le urne dopo la sentenza della Consulta. Ma nelle file dei Dem la tensione è alle stelle e le divisioni sul futuro faticano ad essere tenute sotto traccia. Finiamo citando il romanz dyZolonuo ofga

In Missione Per Mussolini Alla Ricerca Delle Armi Segrete Del Führer ...

Il caso Rosselli Un delitto di regime ^ by Vo°Ga

Addio Renzi

Renzi si è dimesso dopo la Direzione Pd. "Voto dopo Consulta o governo di t Il premier è salito al Colle per le dimissioni e ha avuto un colloquio di tre quarti d'ora circa con il capo dello Stato. Da domani alle 18 le consultazioni Matteo Renzi si è dimesso, si lgge in un lnco ans dpp'8 dicembreaprendo così la crisi di governo. Una crisi difficile, che si apre a due settimane dal Natale. La prima del settennato di Sergio Mattarella. Da giovedì, alle 18, partiranno le consultazioni con il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente emerito Giorgio Napolitano. Le consultazioni saranno chiuse sabato con Forza Italia, M5s e Pd. Dopo la direzione del Pd, Renzi è salito al Colle ed ha lasciato il Palazzo del Quirinale dopo un colloquio di quasi tre quarti d'ora con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. "Siamo il partito - ha detto di fronte al partito - di maggioranza relativa. Dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica a chiudere la crisi" di governo "nelle modalità che individuerà". "Un passaggio interno" di riflessione sul risultato del referendum "sarà molto duro nella chiarezza che deve contraddistinguere il Partito democratico, ma dovrà arrivare dopo la crisi di governo che si dovrà aprire adesso". "Propongo - ha detto Renzi facendo intuire che lui non farà parte della delegazione - che ci sia una delegazione al Quirinale composta da uno dei due vicesegretari, Guerini, dal presidente" Matteo Orfini "e dai due capigruppo" Ettore Rosato e Luigi Zanda. "Propongo che la direzione sia convocata in modo permanente per consentire alla delegazione di venire a riferire quando vi saranno elementi di novità", aggiunge. "Noi - ha detto Renzi in un altro passaggio - non abbiamo paura di niente e nessuno, se gli altri vogliono andare a votare, dopo la sentenza della Consulta, lo dicano perché qui si tratta tutti di assumersi la responsabilità. Il Pd non ha paura della democrazia e dei voti". Per ora, niente dibattito in Direzione sulla sconfitta nel referendum e sui rapporti interni. Ma, dopo la chiusura della crisi, il confronto ci sarà e sarà 'duro' e 'trasparente', ha anticipato il segretario, che ha definito 'tutt'altro che banali' la questione posta a sinistra dall'ex sindaco di Milano Pisapia e rivolto una stoccata a chi 'ha festeggiato' le sue dimissioni: 'Lo stile è come il coraggio di don Abbondio, non giudico e non biasimo...'. Quanto al governo che cade, il premier rivendica con orgoglio il 'disegno organico' della sua azione: 'Meno tasse e più diritti'. La minoranza non replica. 'C'è la crisi, viene prima l'Italia. Ci aspettiamo che il confronto ci sarà presto'. In Direzione solo Walter Tocci si alza per chiedere il dibattito. Attacca invece da Facebook Michele Emiliano, il presidente della Puglia pronto a candidarsi per la guida per partito: 'Renzi ha mortificato la democrazia interna, sono senza parole'. Intanto il Movimento cinque stelle ha presentato una proposta di legge per applicare l'Italicum anche a Palazzo Madama. E il leader della Lega, Matteo Salvini è tornato ad attaccare: "o voto o piazza" - "Tra una settimana, se non ci saranno risposte chiare sul voto, noi scendiamo in piazza: il 17 e il 18 dicembre siamo pronti per una raccolta firme per elezioni subito. Questa la nostra risposta a Renzi e Mattarella se pensano di farci perdere ancora del tempo". Così il segretario della Lega commenta il discorso del premier che al termine del suo intervento alla direzione del Pd è salito al Quirinale per le dimissioni. "Noi non intendiamo far passare inutilmente - prosegue Salvini - ore e settimane: anche questa giornata è stata sacrificata sull'altare dei litigi del Pd. Basta. Vogliamo che gli italiani votino il prima possibile. Renzi continua a prenderci in giro: noi non siamo disponibili ad alcun governo di larghe intese e non intendiamo sprecare ancora giorni in sterili dibattiti su questioni assolutamente irrilevanti", conclude. A meno di mezz'ora dall'inizio della direzione Renzi aveva già anticipato le sue intenzioni nella sua e-news e la linea è: o governo di responsabilità con il sostegno di tutti o voto. "Toccherà - sottolinea Renzi - ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare. Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte". "Se i gruppi vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale". Intanto il governo ha ottenuto la fiducia sulla legge di bilancio al Senato. La manovra è legge. "Non sono io - scrive ancora Renzi - a decidere ma devono essere i partiti - tutti i partiti - ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento", aggiunge Renzi. "Io sono pronto - sottolinea Renzi - a cedere il campanello al mio successore, con un abbraccio e l'augurio di buon lavoro. Stiamo scrivendo un dettagliato report da consegnare e stiamo facendo gli scatoloni. Scatoloni che ci fanno spuntare molti sorrisi e qualche ricordo amaro. Ma la storia di questi mille giorni non la faranno i rancorosi commenti di queste ore". "Troveremo un modo - sottolinea - per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica. Li abbiamo visti alle Europee, li abbiamo visti al Referendum, li vedremo anche in futuro. Ora però un passo alla volta e soprattutto: si può perdere un referendum, ma non il buonumore, mai! È già tempo di rimettersi in cammino". "Gli oltre 13 mln di voti raccolti sono stati insufficienti a farci vincere", osserva. In conclusione, Renzi non è né Otto von Bismark né Charles de Gaulle. Renzi non ha fstto né fsrà la storia. Renzi pè un inghipo della storia.

martedì 6 dicembre 2016

Misteri d'Italia: Portella della Ginestra - Intervista di Enrico Deaglio...

Cicciu Busacca e la storia di Salvatore Giuliano

il mercato invisibile alla Vucciria di Palermo

Palermo 1950 - Mestieri per le strade

Palermo 8 Luglio 1960 prima parte

Renzi ci ripensa. Prima la finanziaria, poi le mie dimissioni

Il più grande degli scrittori americani di storie brevi, Raymond Craver soleva dire: scrivo mille parole per conservarne cento. I suoi raconti - penso a Di cosa paliamo quado parliam d'amore? - sono scarnificati, ed è questa loro caratteristica che li rende affascinanti. Dashiel Hammet avrebbe potuto dire la stesa cosa di sé. Non avrebbe potuto falo Raymond Chandler la cui prosa è lenta e sinuosa ccome le aqcue del Missisipi. La mia esperienza di columnist mi porta ad affermare che non si può insegnare a scrivere come non si può insegnare a dipingere oppure a comporre musica. Ciò spiega il decadimento del giornalismo politico italiano. Quando ero giovane e mi dilettavo a frequentare gli ambienti dell'alta politica ero considerato una delle migliori penne del giornalismo italiano. La mia prosa con i suoi "toscanismi" piaceva molto a Maria Teresa Torre Rossi prof di lettere del Liceo Parini di Milano nonché autrice della più bella grammatica della lingua italiana che io conosca.La mia prosa non piaceva invece allo al più grande degli storici italiani del movimento opero e socialistastorico Stefano Merli oanissmisi pu. insegnareavscrivereFare presto. E in parallelo scongiurare altri strappi. Il primo obiettivo del Quirinale è trasmettere agli alleati europei e ai mercati finanziari l’immagine di un’Italia stabile, che sta archiviando senza traumi la stagione renziana, ha scritto Massimo Franco sul Corriere della sera. La reazione delle Borse alla disfatta referendaria è stata già un buon segnale. Ha smentito gli allarmismi alimentati dal fronte del Sì alla vigilia del voto. Ora, si tratta di mettere in piedi una nuova coalizione in tempi rapidi: probabilmente entro metà dicembre, sapendo che si deve risolvere una crisi atipica rispetto al passato. L’idea del «governo del presidente» è suggestiva ma fuorviante. Sergio Mattarella si trova a pilotare la prima sfida davvero impegnativa del suo settennato con una maggioranza ancora intatta, guidata dal Pd; e con un Matteo Renzi dimissionario per volontà propria, senza che nessuno l’abbia sfiduciato. Il comunicato diramato ieri, dopo il secondo colloquio col premier, fa capire molto. Parla dell’«intento di rassegnare le dimissioni» di Renzi, che si è autoaffondato scommettendo tutto sulla consultazione del 4 dicembre. E spiega che il presidente della Repubblica gli ha chiesto di «soprassedere» per dimettersi solo dopo l’approvazione della legge di Bilancio, per evitare l’esercizio provvisorio. Mattarella sa di avere margini di manovra più risicati rispetto a crisi simili del passato. Giorgio Napolitano potè scegliere Mario Monti nel 2011 perché la coalizione berlusconiana si era sfaldata. Oggi, questo non c’è. Il capo dello Stato si trova davanti un partito traumatizzato, e un Renzi che preme per elezioni anticipate. E infatti accelera al massimo i tempi di approvazione della manovra finanziaria, per rendere le sue dimissioni operative entro fine settimana. Il Quirinale può dare suggerimenti; e spiegare che la continuazione di una campagna referendaria lacerante, stavolta trasferita sul traguardo delle urne politiche, rappresenta un azzardo doppio. Il suo imperativo, fin dall’inizio del mandato, è stato quello di limitare al massimo il suo interventismo; e di non oltrepassare mai l’ambito delle proprie prerogative, chiedendo alle altre istituzioni di fare lo stesso. Per questo, in una crisi dai contorni confusi soprattutto per i rapporti con la Commissione europea, le coordinate di Mattarella sono fissate da tempo. Vuole garantire che arrivino gli aiuti alle zone terremotate; salvaguardare il semestre di presidenza italiana del G7 che comincia a gennaio e si concluderà a giugno del 2017; e guidare il più possibile i vertici del Pd verso un’analisi del referendum meno emotiva e segnata dalla voglia di rivalsa. Domanda. tutto qui? Perché Massimo Franco non dice nel suo giornalese pre Twutrwuter, la veritè? Non dce cioè che la nomina d Monti fu un golpe del "migliorista" Napolitano?

domenica 4 dicembre 2016

Renzi si dimette

Renzi si dimette Corrado Bevilacqua. Referendum 4 dicembre: Netta vittoria del No, Renzi si dimette. 'Nessun rimorso'. Commozione con Agnese 'Esperienza governo è finita, via senza rimorsi' Matteo Renzi annuncia le sue dimissioni, dopo la vittoria del No al referendum, con voce rotta dalla commozione, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi che conclude con un ringraziamento a moglie e figli. Il popolo italiano "ha parlato in modo inequivocabile chiaro e netto", ha detto il premier Matteo Renzi. "Questa riforma è stata quella che abbiamo portato al voto, non siamo stati convincenti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi. Come era chiaro sin dall'inizio l'esperienza del mio governo finisce qui", ha detto ancora Renzi. "Nel pomeriggio riunirò il consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al presidente della Repubblica le dimissioni". Quel che sembra improbabile, qualora Mattarella glielo offrisse, è che Renzi possa accettare un reincarico. "Addio Renzi" ora, "gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto. La cosa più veloce, realistica e concreta per andare subito al voto è andarci con una legge che c'è già: l'Italicum": lo scrive il leader del M5s Beppe Grillo suo blog. Adesso diranno che Renzi è stato sconfitto dalle burocrazie di partito.dal red tape della politica . Le palle di fra Nicola, come direbbe imio collega stefano bevacqua. Renzi è stato sconfitto dase stesso dallabuso del cd efetto annunciol morte della politica Pubblicato da corrado bevilacquE comunwue no risolvverebbe il vero probla che è uello del morte dellla politica.

“La Costituzione è NOstra”, a “Perché No” di Travaglio irrompe Sabina Gu...

Giovanna Marini: perchè Bella Ciao è così popolare

Novecento - 25 Aprile 1945, giorno della liberazione

"La Lega" ("Novecento" Bernardo Bertolucci & Encardia)

Anna Identici - La lega/Sebben Che Siamo Donne

Anna Identici - Sciur Padrun Da Li Beli Braghi Bianchi

Addio Lugano Bella

Ballata dell'anarchico Pinelli

Paolo Pietrangeli - Contessa (dal dvd "Ignazio")

sabato 3 dicembre 2016

Perché non vado a votare

Corrado Bevilacqua Perché no? Io ho deciso di non andare a votare per riformare o meno la costituzione. La costituzione italiana "è vecchia come il cuco" e andrebbe riscritta dal primo all'ulltimo articolo, in italiano moderno che parli la lingua di Internet. Recita l'articolo 1: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." Domanda. Cosa vuol dire? Niente. Esso si limita a ribadire che in democrazia la sovranità appartiene al popolo e che la repubblica italiana in quanto è uno stato in cui la sovranità appartiene al popolo è una democrazia. Falso. In Italia, che è una repubblica parlamentare, i partiti si sono trasformati nel frattempo in oligarchie che hanno distrutto le fondamenta della democrazia parlamentare italiana. I cittadini recita l'articolo 18. hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare. Nulla da eccepire.Si tratta di un'altra banalità. In compenso, laCostituzione non prevede quello che negli States è conosciuto come Miranda Warning: "Ha diritto a un avvocato, ha dirtitto a non rispondere alle domande...." Nessun giudice americano convaliderebbe un arresto effettuato senza Miranda Warning. Non esiste l'habeas corpus, non esiste una cultura della sicurezza pubblica rispettosa dei diritti dei cittadini. La polizia cntibnua ad essere usata esclusiuvamente in chiave repressiva. Nulla cintinua a essere fatto in funzione anticrimine. Penso al poiziotto di quartiere. Tutte le confessioni religiose, recita l'articolo 8, sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Ancora banalità. L'idea che emerge dal testo costituzionale è quella di uno stato concordatario che è la negazione dello stato laico. Art 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Banalità. Occorre creare una economia giusta per una società giusta.

venerdì 2 dicembre 2016

Renzi for presdenìt

Referendum, Renzi: 'Esito sul filo'. Grillo: 'Paese spaccato'. Lega attacca Il premier: 'In 48 ore in gioco 20 anni '. Salvini: 'Voti all'estero comprati' Matteo Salvini, Matteo Renzi e Beppe Grillo © ANSA FOTO Matteo Salvini, Matteo Renzi e Beppe Grillo © ANSA +CLICCA PER INGRANDIRE Redazione ANSA 03 dicembre 2016 00:01 NEWS Suggerisci FacebookTwitterGoogle+ Altri A-AA+ Stampa Scrivi alla redazione Pubblicità 4w Ex banchiere rivela Come sono diventato milionario con 25000€ di entrate l'anno! Leggi l'articolo >>> Genertel Auto? Con Genertel assicurarsi è semplice Basta un click! 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Infine si rivolge ai sostenitori del NO: 'Sono ridicoli ad instillare dubbi e problemi che non esistono. Questo non è il voto dei brogli è il voto degli italiani'. 'Se vince il No, il premier va al Quirinale', dice Delrio in tv. Grillo chiude la campagna a Torino: 'Paese spaccato, anche una sconfitta ci darà forza'. Berlusconi: 'No per evitare Renzi-padrone d'Italia'. Salvini attacca sui voti all'estero: 'Inventati o comprati'; poi ribadisce: 'Se vince il NO, alle elezioni subito'. Alfano: 'Assicuriamo la correttezza del voto'. Intanto sono arrivate a Castelnuovo di Porto le schede votate nei 1500 seggi all'estero. Vigilano sullo scrutinio magistrati e Comitati. E nuovo scontro, in particolare, sul voto all'estero. Il premier Matteo Renzi, secondo il quale il risultato è sul filo, va all'attacco di Matteo Salvini sulla questione del voto all'estero. "Mi spiace molto - ha detto Renzi a Rtl - è un film che ogni volta si ripropone, il voto all'estero è stato proposto dall'allora ministro del centrodestra Tremaglia e votato a sinistra. Non capisco perché dire che lì si fanno i brogli, perché alimentare tensioni e polemiche? Ieri Salvini era in giro per l'Italia ad alimentare polemiche e in Ue si discuteva sul terremoto in Italia. Se fosse stato all'estero avrebbe onorato meglio il suo lauto stipendio e ruolo". Ma il leader del Carroccio insiste: "Nonostante i voti inventati o comprati in giro per il mondo da Renzi, il voto degli italiani farà vincere il No". "Parlare di brogli intenzionali" nel voto all'estero - ha detto anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Radio Anch'io - "non solo non ha senso ma è anche offensivo per tutte le istituzioni che svolgono questo compito. Renzi spazza via i retroscena che lo darebbero pronto ad andare all'incasso in caso di vittoria del Sì con la richiesta di elezioni. "Tutti 'sti retroscena fantapolitici non li prendo neanche in considerazione...La risposta è negativa, quando si va alle elezioni lo decide il presidente della Repubblica ed il Parlamento". "Io spero - ha proseguito - che vinciamo noi, in ogni caso bisogna rispettare il voto dei cittadini". Quanto all'aspetto personale di una sconfitta, Renzi risponde: "Quando hai fatto tutto, lotti fino all'ultimo ed i tuoi figli ti dicono 'babbo, veniamo in piazza a Firenze' dici: 'bene, è stata una cavalcata meravigliosa'. È stata una bellissima campagna referendaria, qualcuno ha insultato, offeso, scivoloni ma c'è un sacco di gente che si sta avvicinando alla politica, è bello quando porta fuori delle passioni". "La prima cosa da fare - ha proseguito - sarà chiedere al Parlamento l'ok al veto sul bilancio per dire 'basta fare il salvadanaio se non cambia la linea sull'immigrazione' tanto questi capiscono solo il tema dei soldi". Con la vittoria del sì "l'Italia sarà più stabile" e avrà un ruolo centrale in Ue con opportunità per il nord Italia". "Ci giochiamo in 48 ore il futuro dei prossimi vent'anni", ha detto poi a Palermo Renzi aprendo la manifestazione referendaria 'basta un Sì'. Nuovo affondo, dunque, di Salvini sul voto all'estero: "Io penso che nei consolati e nelle ambasciate ne siano successe di cotte e di crude. Ma conto sul fatto che il voto degli italiani, quello dei romani, dei milanesi, dei torinesi o dei napoletani, sarà un voto per il no che supererà anche gli eventuali Sì inventati e comprati da Renzi in giro per il mondo. Non sono preoccupato". "Il risultato del referendum è totalmente aperto, si gioca sul filo dei voti", ha detto Renzi alla convention per il sì nel capoluogo siciliano. Quindi un botta e risposta con la gente presente nel teatro per l'iniziativa referendaria. "Posso lasciare lunedì mattina..." dice Renzi ma la gente urla "no non no", e il presidente del consiglio aggiunge: "Era un modo di dire, un finale poetico. C'è un unico modo: vinciamo". Il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo sul palco di piazza San Carlo, nel centro di Torino, tappa finale del Tour per il No al referendum. "Sia un paese spaccato sia che si vinca sia che si perda - ha detto -. Siamo alla stasi mentale, è una situazione da guardare dal punto di vista neurogastrologico". "Devi reagire qui, devi reagire qui", aggiunge Grillo battendosi il pugno sullo stomaco. "I 5 Stelle sono un movimento da esperimento, siamo alla prima fase. I ragazzi mi imitano, gridano, fanno, perché siamo passione totale. E dobbiamo andare avanti", ha detto Grillo. "Dobbiamo andare avanti con le nostre idee, come il diritto di cittadinanza che potrebbe anche essere universale. Loro sono ancorati a idee vecchie,che purtroppo resistono. Si stanno equipaggiando per un mondo che non sarà più. Per noi è una questione di passione, di cuore. Io ogni volta che salgo sul palco vi sento qui nella pancia nel cuore". "Il fallimento è poesia. Non avrò grandi scompensi lunedì, in caso di sconfitta, perché anche se perdiamo sarà una perdita straordinaria, che ci darà ancora più forza. Cosa farò? Andrò su Marte e farò anche lì il Movimento 5 Stelle...": così Grillo. Se vince il No Renzi andrà al Quirinale per "consegnare la sua disponibilità", ha detto Delrio, intervistato in tv da Bianca Berlinguer. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

La Costituzione Italiana | Parla il Prof. Giovanni Maria Flick

Piero Calamandrei : Lezione sulla Costituzione. 1955

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Discorso sulla Costituzione di Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955

Indro Montanelli e la costituzione italiana

La Costituzione Italiana

Dibattito all'americana sul Referendum Costituzionale

giovedì 1 dicembre 2016

Renzi pensa al 2o17

El primer ministro italiano Matteo Renzi. ANDREAS SOLARO El referéndum que se celebrará en Italia el próximo domingo decidirá la suerte de la reforma constitucional propuesta por Matteo Renzi. El Gobierno italiano justifica el sí a la reforma argumentando que la supresión del bicameralismo paritario y el fortalecimiento del Estado frente a las regiones, junto a la nueva ley electoral, dotará de estabilidad política a un país que acumula 65 Gabinetes distintos desde la II Guerra Mundial. La oposición, que ha convertido en compañeros de viaje a Berlusconi, D’Alema, Bersani, Grillo y Salvini, pide el noaduciendo que la reforma pondrá en manos del Gobierno un poder nunca antes visto en Italia desde la posguerra. OTROS ARTÍCULOS DEL AUTOR Renzi: discurso y método El otoño caliente de Matteo Renzi ¿Bolonia o Lisboa? A principios de 2016 el referéndum contaba con un gran apoyo popular. Tanto es así que frente a la posibilidad de aprobar la reforma constitucional en la cámara y el senado, el Gobierno italiano apostó por el referéndum. El objetivo era matar dos pájaros de un tiro: reformar la arquitectura del Estado y reforzar el liderazgo de Renzi, que accedió a la presidencia sin pasar por las urnas. Pero el avance electoral de las fuerzas populistas que capitalizan el no —principalmente, el M5S de Grillo y la lepenizada Lega—, espoleados por la victoria del Brexit y Trump, ha empañado las previsiones del Gobierno. Matteo Renzi ha respondido al avance del no subiendo la apuesta e insistiendo en que su derrota podría comportar su dimisión. Así, el político florentino ha contribuido a desplazar el foco de atención del contenido de la reforma constitucional al debate sobre su continuidad, convirtiendo el referéndum en un plebiscito sobre su persona. El exalcalde de Florencia ha hecho compatible un programa de izquierda reformista con un liderazgo personalista En este contexto, el referéndum italiano medirá la fortaleza de Matteo Renzi frente al ascenso del populismo. Como ha señalado el politólogo Javier Redondo, en Europa se están consolidando dos estrategias para hacer frente al fenómeno. La primera, de naturaleza defensiva, confía en la recuperación económica como mejor antídoto contra el populismo. La segunda, de carácter ofensivo, juega en el terreno del populismo para neutralizarlo. Si el paradigma de la primera estrategia es Merkel, Renzi es el maestro de la segunda. Pues el exalcalde de Florencia ha hecho compatible un programa de izquierda reformista inspirado en la Tercera Vía con un liderazgo personalista que busca combatir el populismo explotando su mismo discurso desde el sistema. El estilo de Matteo Renzi satisface las principales características que la ciencia política asocia al liderazgo personalista, todas las cuales hacen frontera con el populismo más genuino. Al punto que el profesor Marco Tarchi, autor del libro La Italia populista, ha definido el estilo de Renzi como un “populismo institucional”. Renzi ha coqueteado con ir más allá de la división izquierda/derecha; se ha situado por encima del partido al que representa buscando una relación directa con el pueblo; ha hecho gala de un estilo carismático y decisionista; ha presentado su agenda reformista como un proyecto de refundación del sistema político italiano; y, sobre todo, ha explotado un discurso antipolítico dirigido contra la clase política tradicional, incluida la de su propio partido. Renzi se presenta a sí mismo como un político que ha construido su carrera gracias al apoyo popular y contra el deseo de la élite política italiana, empezando por la vieja guardia del PD. No es casual que la divisa política de Renzi haya sido la rottamazione (el desguace). Y en su discurso el despiece de la vieja clase política es la conditio sine qua non del progreso. No es casual que la divisa política de Renzi haya sido el despiece de la vieja clase política Gane o pierda el domingo, el caso de Matteo Renzi servirá para analizar hasta qué punto enfrentarse con el populismo en su propio terreno puede provocar que sea el propio populismo quien termine marcando la agenda. Precisamente, algunos analistas señalan que la presión populista ha hecho que la estrategia personalista de Renzi haya terminado imponiéndose a su agenda reformista. Sin embargo, Renzi está lejos de ser un oportunista y convendría no olvidar la salud de hierro que el populismo goza en Italia. Solo en las elecciones de 2013, el M5S de Grillo y la coalición liderada por Berlusconi se llevaron el 54,6% de los votos. En este punto cabe tener en cuenta las palabras del propio Renzi en una entrevista concedida al periódico L’Unità en 2012, cuando aún era alcalde de Florencia y aspiraba a la secretaría del PD. En ella respondía como sigue a la pregunta por la violencia de su discurso: “Si no hubiese utilizado la metáfora del desguace, ni siquiera me habrían escuchado”. Jorge del Palacio es profesor de Ciencia Política en la Universidad Carlos III de Madrid / Comillas ICADE. ARCHIVADO EN: Opinión Matteo Renzi Populismo Italia Referéndum Elecciones Ideologías Europa Política VÍDEOSNEWSLETTERS TE PUEDE INTERESAR Lita Cabellut, la conquista del mercado del arte | Confidencias | EL PAÍS Semanal ISABEL FERRER Afincada en Holanda, la pintora española contemporánea más cotizada del mundo es casi una desconocida en su país. Hasta los 12 años no sabía leer ni escribir. Era pura calle. Su vida cambió cuando sus padres adoptivos la llevaron al Prado. 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