venerdì 4 novembre 2016

una politica di bugie

Corrado Bevilacqua

Una politca di bugie

Nihil est sine ratione, ovvero, come George W. Bush dichiarò a Nancy Gibbs di Time magazine in merito alla sua vittioria su Al Gore: "Things happen for a reason".
Nel caso di Bush si parlò di brogli elettorali. Si parlò di brogli anche nel caso di Kennedy. Le dicerie non ne scalfirono però il mito il quale si fondava sulla menzogna.

L'indomani del 9/11 il sen, George McGovern pubblicò su The NewYork Times uno splendido "oped" sul dolore del mondo. Io da idealista pensai: "Questo sarebbe stato un magnifico discorso di insediamento a White House."

Quando GW decise di "to wage war on Iraq" anche se questo voleva dire "to go it alone", andare da soli, mi venne alla memoria quello che Samuel Huntington aveva scritto in un saggio dal titolo disarmante per qualsiasi presidente: "Pity the Lonely Superpower That Can Do Not Too Much Alone"

Era il 1998. La NATO si stava preparando a muovere guerra a Milosevic "over Kosovo". John K. Galbraith, indossati i panni del vecchio saggio scrisse, che "Talking is a better policy than bombing". Gli rispose Tony Blair affermando che "A new generaton drew the line".L'articolo venne pubblicato da Newsweek. In copertina la foto di Milosevic con accanto la dicitura: The Face of Evil.

Finita la guerra, vene spedita in Jugoslavia una commissione di esperti per valutare i danni inferti dai bombardamenti NATOsul sistema serbo di difesa. La commissione USA ritornò dai Balcani e stese un rapporto che venne distrutto. Il rapporto sosteneva infatti che i danni  erano irrisori. Spesso i caccia NATO non distruggevano carri armati ma sagome che li imitavano!

All'opinione pubblica mondiale fu spiegato che gli USA erano intervenuti in Vietnam perchè una motovedetta americana era stata attaccata dai viet nel Golfo del Tonchino. Passano gli anni. Un bel giorno, il NYTimes pubblica dei documenti segreti del Pentagono dai quali risultava che nel Tonchino non v'era stato alcun incidente.

Allo stesso modo il governo americano ci spiegò che l'intervento militare in Iraq era motivato da nobili motivi: scoprire e distruggee le armi di distruzione di massa di Saddam e esportare in Iraq la democrazia. Come il grande scrittore Norman Mailer l'autore di Il nudo e il morto, dimostrò era tutto falso come falsa era l'affernazione del vice di Bush, Dick Cheney che la guerra sarebbe stata una "icecream walking", una passeggiata mangiando il gelato.

Le acuse di Mailer  erano devastanti e Mailer era uno scrittore di peso, Così Time risolse il problema personalizzando le stesse accuse  e intitolò la recensione del libro di Mailer: "Stormy Mailer", Mailer il tempestoso.

La guerra in Iraq, come dimostrò il Nobel per l'economia Joe Stigliz, fu una guerra costosa, inutiile e sanguinosa. A farne  le spese fu il capo dei cacciatori di WMDs, David Kay che dette le dimissioni durante la sua deposizione al Senato USA Per Kay, parole sue, era "disturbing" dover ammettere di essersi sbagliato.

Era una vivace mattina a Westminster. Tony Blair doveva spiegare perché aveva portato il Regno unito in guerra contro l'Iraq. Blair si difende raccontando la solita fiaba. Il succo del discorso di Blair fu che se avesse saputo che le informazioni sulle WMDs erano false non avrebbe portato il Regn Unito in guerra! "Had I Known" Peccato che a suggerire ai servizi di sicurezza di "sexing up" ovvero di rendere più attraenti le informazioni fosse stato l'assistente di Blair per la comunicazione, Campbell

Si trattò di sostituire nel rapporto per il premier Blair l'espressione "Iraqis may be able" , sono forse in grado con l'espressione "are able", sono in grado. Il verbo potere can è un verbo difettivo che possiede solo due voci can (posso) e could (potevo, potrei). Al suo posto si usa to be able, essere in grado.  

Domanda finale. Sarà in grado Trump di diventare una persona seria.  Io credo di sì. Credo cioè che finora Trump si sia dimostrato un ottimo commediante e che sappia fare anche l'attore  drammatico.
   


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