venerdì 18 novembre 2016

Già si pensa al dopo referendum

Referendum, Renzi: se vince il No verificheremo la situazione politica "Noi dovevamo fare le riforme e ripartire, e lo abbiamo fatto. Deciderà il cittadino se va bene o no" "Questo governo è nato per fare le riforme costituzionali, le abbiamo fatte e deciderà il cittadino se vanno bene o no. Nostro compito era anche portare a casa la ripartenza che va ancora piano ma è molto più forte di prima". Lo dice il premier Matteo Renzi nella conferenza stampa per i 1000 giorni di governo. "Credo che sia fisiologico che davanti ad
una possibile novità politica ci sia una fibrillazione maggiore dei mercati, personalmente reputo ovvio l'assioma riforme-pil su e al contrario che lo spread salga se non si fanno. Detto questo però chiarisco che il compito di chi sostiene il "Sì" non è usare la carta della paura ma cercare di riempire di motivazioni le ragioni del "Sì". Bankitalia poi fa il suo mestiere". "Tutti i sondaggi danno il "No" al referendum in testa. Si potrebbe buttarla sul ridere dal momento che nel 2016 non ne hanno azzeccato una sola, non è che devono iniziare questa volta. Ma vedo la partita referendaria totalmente aperta in ragione degli indecisi. E le buone ragioni che ci spingono a lottare per il "Sì" sono più forti che mai. Sono convinto che la maggioranza silenziosa degli italiani sappia scegliere sulla base del quesito poi potranno scegliere Sì o no". Se vince il "No" "cosa accadrà al governo lo scopriremo solo vivendo....Seriamente io penso che questo referendum possa segnare davvero il cambiamento, questo governo è nato per cambiare e fare le riforme. Ove i cittadini bocciassero le riforme, verificheremo la situazione politica". "Si vince, secondo le mie previsioni, con il 60 per cento di affluenza, con 15 mln di voti per il "Sì" o per il "No", quindi è fondamentale portare tanta gente a votare". E' la previsione di Matteo Renzi a 'Otto e mezzo' sull'affluenza al referendum. "Chi fa il premier deve sperare che chi viene dopo farà meglio, certo io non sono nato per fare un governo tecnico, il governicchio. Se si cambia e si continua ci sono, se si torna alla grande accozzaglia che è la base politica del "No", che sono sempre i soliti politici, se vogliono galleggiare, che gestiscano loro il paese. Io non sono capace a fare inciuci e accordicchi". Per quello mi riguarda, mi limito ad ossevare,che il problemaema della politica italiana è costituito da un lato dal fstto che non esiste più una classe politica: dall'altrn lato è la mancanza di idee alla quale è ridicolo pensare di potr supplire riducendo il numero dei parlamentasri. Se il Parlamento non funzionun ci non dipende dal nmero dei paelamentari ma perchè sononiparlamentari prr primi a mancare di senso dello stato Come Corrado Vivanti scrisse nel primo volume della storia di Italia Einaudi la storia del nostro paese pèunstoria i lacerazioni e di contrasti; li italiani sono un popolo senza stato e lo sato tasliano è semore stato uno stato forte con i deboli e debole con i forti.

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