giovedì 3 dicembre 2015




Corrado Bevilacqua
TU SEI ME
Per una filosofia del dolore

 
E’ da dieci anni che soffro della malattia di Parkinson e che trascorro ogni anno uno o due periodi di riabilitazione al Fatebenefratelli di Venezia. Quest’anno entrai al Fatebenefratelli di Venezia il 24 agosto mattina. Conobbi Manù (Manuela) il pomeriggio di quello stesso giorno. Volendo descrivere Manù, potremmo citare una delle più belle pagine dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni:

"Scendeva da uno di quegli usci e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata ma non guasta, una bellezza velata, ma non trascorsa...".

Manù era entrata in camera mia per salutare Leo, anche lui era un paziente del prof Gorini prima che questi si trasferisse da Pavia a Venezia. Manù vide sul mio letto dei fogli da disegno. Si avvicinò e mi chiese se poteva prendere in mano uno di quei fogli. Risposi che le regalavo il disegno se le piaceva. Manu sorrise come se le mie parole l'avessero colta di sorpresa. Manù disse che il mio disegno le piaceva perchè doveva essere interpretato. SI trattava infatti di una natività postmoderna. Leo disse a Manù qualcosa che io però non compresi perché la mia attenzione era stata attratta da una donna non più giovane che era entrata nella mia camera. Snella, piccolina, i capelli corti e rossicci destò immediatamente in l'impressione di averla conosciuta da sempre. Da quel giorno, diventammo inseparabili.

 Un pomeriggio venne a trovarmi il mio vecchio amico Pier Luigi Olivi, colui che ebbe l'idea di pubblicare in italiano il saggio da me tradotto di Edith Wharton "The vice of reading", che mi portò la prima edizione economica della Penguitn Books di For Whom The Bell tolls di Hemingway. Fu la prima volta, da quando frequentavo il liceo, che rilessi la drammatica storia d'amore e di morte di Robert Jordan e di Maria, di Pablo il traditore e di Pilar, la donna di Pablo, una figura michelangiolesca scavata nella roccia.

Alla mattina del giorno dopo, alle sei, puntuale come un orologio svizzero, l'infermiera Martina si materializzò ai piedi de mio letto con in mano un pezzetto di garza contenente la mia dose mattuttina di levodopa. Martina mi chiese avessi letto per tutta la notte. Guardai Martina. I capelli biondo-rossi le scendevano morbidamente sulle spalle, mentre le sue tettine appuntite come una delle e matite da disegno sembravano invitarmi a prenderle a morsi.

- Dovrai essere stanco - osservò Martina

Era vero. Ero stanco, ma felice.

- Senti come la prosa di Hemingway scivola via-dissi

"He lay flat on the brown pine needle floor of the forest his chin on his folded arms and high overhead the wind blew in the tops of the pine tree"

-Leggi l'inglese?- chiese Martina

- Americano- risposi

- Per me è turco- concluse Martina- Buona giornata.

Mandai giù le due pastiglie di levodopa da 100+25 l'una allungai le gambe, chiusi gli occhi e ripetei a memoria i versi di John Donne citati da Hemingway in apertura di For Whom The Bell Tolls

"No man is an Iland, intire of in itself; every man is a peece of the Continent." John Donne aveva ragione. Noi eravamo parte di qualcosa di molto più grande di noi, Noi eravamo parte del genere umano.


Era quando la filosofia è nata che i filosofi si interrogano sul bene e sul male, su ciò che è giusto fare e quello non è giusto fare. In realtà, come Bertrand Russell scrisse in un' Un'etica per la politica, esistono molti sistemi di pensiero e molte differenti risposta alla medesima domanda su ciò che è giusto o non è giusto fare.

Per Kant un individuo poteva realizzare la propria finalità solo nel genere ed egli era aiutato nel ragggiungimento di questo obiettivo dalla sua insocievole socievolezza. Kant era stato costretto però ad ammettere che l’uomo era una specie di "oggetto misterioso" e parlò dell’esistenza nell’uomo di un"male radicale". Infine, egli si mise da solo nei guai quando ci invitò ad agire, cito dalla traduzione di Vittorio Mathieu, testo originale a fronte, Rusconi ed, "in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre, al tempo stesso come il principio di una legislazione universale."

Sono sicuro che qualunque islamista si troverebbe perfettamente a suo agio dovendo mettere in pratica questo principio kantiano. Si tratterebbe di allagare a tutto il mondo la pratica della legge islamica.

John Rawls, il maggior pensatore liberale del Novecento, scrisse rasentando i limiti del ridicolo, in Una teoria della giustzia, che un uomo non dovrebb mai comportarsi in modo da doversi biasimare. Vi immaginate un terrorista che si biasima,

Recentemente, un noto pensatore liberal americano, Robert Dahl riaprì la discussine sul rapporto tra politica e virtù citando i grandi cacellieri del periodo umanistico. In realtà essi non furono comunque in grado di evitare che le lotte per la supremazia fra le grandi famiglie fiorentine distruggessero l'indipendenza politica di Firenze.

Konrad Lorenz, un etologo premio Nobel per le sue ricerche sull’imprinting delle anatre, pensò di poter individuare l’origine del "male radicale" kantiano nell’aggressività naturale. Egli pubblicò un libro intitolato Il cosiddetto male; il libro fu molto criticato dagli intellettuali di sinistra i quali erano sempre stati allergici alla parola male. Per essi il male o è un prodotto del modo di produzione capitalistico o è un retaggio della evoluzione della specie.

In questo quadro va inserita la teoria dei diritti altrui. I ciritici di Lorenz dimenticavano che Lorenz era un kantiano e che egli si commossse alle lacrime quando, a Konisberg, sedette sulla cattedra che era stata d Kant. Come Lorenz scrisse in L'altra cia dello specchio

Ernst Cassirer scrisse nel suo Saggio sull'uomo, in cui riprendeva e aggiornava per il pubblico americano i temi da lui trattati in Filosofia delle forme simboliche, che l'uomo non è definibile per qualche sua caratteristica fisica o psichica. L'uomo è la sua opera ed essa è rappresentata dal linguaggio, dal mito, dalla religione, dall'arte. In altre parole, caratteristica peculiare dell'uomo è la sua capacità di fornire una rappresentazione simbolica della realtà.

La storia dimostra che questa capacità dell’uomo può essere usata contro lo stesso uomo mediante la creazione di falsi nemici. Tale obiettivo era un tempo raggiunto utilizzando i mezzi della propaganda politica. All’inizio la propaganda politica veniva fatta alla luce del sole ed era estremamente ingenua. Lo slogan preferito dai democristiani nelle elezioni politiche del 1948 era:" nella cabina elettorale Dio ti vede Stalin no". La pubblicazione alla fine degli anni 50 del secolo scorso del libro di Vance Packard I persuasori occulti mostrò al mondo che le cose erano cambiate.

E’ vero solo ciò che si vede in televisione. Quella che Guy Debord aveva chiamato "società dello spettacolo" è dizaesventata una realtà. Chi vuole compiere attentati lo sa. Più spettacolare è l’attentato maggiore sarà l’impatto sull’opinione pubblica. Ilterrorista conosce la sua debolezza, rciò egli cercadi spettaoli 



Il dolore è diventato una merce. I servizi giornalistici sono pagati sulla base dei profitti attesi e i profitti attesi sono maggiori più elevato è il numero dei morti. Cioè, più elevata elevata è la quantità di dolore prodotta.

Nel Rinascimento, Il punto più elevato della riflessione sull'uomo e sul suo posto nel Creato fu ragggiunto da Giovanni Pico dellla Mirandola nella Orazione sulla dignità dell'uomo.

Secondo Pico della Mirandola, scrisse Jaob Burckhard, l'uomo non era né angelo é demonio L'uomo poteva scegliere quello che voleva essere o angelo o demonio. Un contributo fondamentale allo sviluppo della nuova cultura umanistico-rinasimentale venne fornita dalla caduta di Costantinopoli e dall'arrivo in Italia di molti intellettuali greci che spesso si portavano dietro intere biblioteche, rcome il cardinale Bessarione i cui libri cosituirono la "dote"di qella ce oggi è la Biblioteca Nazionale Marciana.

L'edificio che la ospita fu opera di Jaopo Sansovino, padre di Francesco Sansovino, autore di uno dei libri che contriuirono a creare il "mito di Venezia". Un contributo fondamentale alla creazione del mito di Venezia vene dto anche dal De Magistratibus di Gasparo Contarini e dal De Situ del Sabellico.

Coerente con la nuova concezione del posto dell'uomo nell'universo, analizzata dal Cassirer i Indivduo e cosmo nel Rinascimento,era la nuova concezione i bellezza. Secondo la celebre definizione del Palladio, la bellezza risultava dalla "forma", cioè dal modo in cui le diverse parti ch compongono un edificio si relazionavano l'una con l'ltra e cin il tutto. La Riforma protestante, il Concilio d Trento, la Controriforma voltarono radicalmente pagina. L'arte doveva inudurre i fedeli alla penitenza. L'arte era vista come forma suprema di persuasione morale e di istruzione. Così il popolo veniva tenuto nell'ignoranza e nella sottomissione.

Per realizzare compiutamente questo obiettivo, ocorreva concepire inmodo nuovo anche le chiese. A farsi promotore della nuova architettura religiosa fu Carlo Borromeo il quale scrisse all'uopo un manuale di architettura ecclesiatica.

Se Longhena si fosse attenuto alle prescrizioni di Carlo Borromeo, egli non avrebbe mai costruito la chiesa di santa Maria della Salute a Venezia. Longhena, come egli stesso scrisse nella relazione al prgetto presentato al Senato della Repubblica di Venezia, palava di "rotonda macchina". Allo stesso modo, come notava Kierkegaard in Timore e tremore se Abramo si fosse attenuto alla morale corrente, si sarebbe condannato alla dannazione eterna. Per Kierkegaard, la morale è il generale. La fede pone l'uomo di fronte a Dio. Morto Dio, abbiamo sostituito la fede antica con la fede nella tecnica.

Ciò poneva il problema se fosse possibile un'etica senza Dio.  Secondo Lecaldano era possibile e, comunque, la fede in Dio non aveva impedito che in su nome si realizzassero degli atroci massacri.

Engels scrisse u saggio intitolato Il socialismo dall'utopia alla scienza. Il metodo scientifico si basa sul concetto di ipotesi. Vale a dire che qualcosa è ritenuto vero finché non vien dimostrato falso. Nel maxismo non è mai esistito un concetto del genere.

La scoperta del Nuovo mondo, inondò il Vecchio mondo di oro il quale arrivava a Siviglia e da lì partiva - come Pierre Vilar scrisse in Oro e moneta nella storia, per i quattro angoli del mondo. In cambio dell'oro, l'Europa esportò gli agenti patogeni di malattie che ormai in Europa non rano più mortali, come il raffreddore. Più complesso spiegò Crosby fu il caso della sfilide.

La scoperta del Nuovo mondo comportò come scrisse Todorov, l'incontro con l'altro. Come Colombo scrisse nel suo giornale di bodo, la prima cisa che lo colpì quando toccò terra e prese possesso delle nuove terre, fu che gli indieni "erano belli e ben fatti". Nel giro di qualche anno, essi sarebbero stati sterminati, come venne denunciato da Las Casas, in nome di Dio e dell'oro.

 

La mia visione della "filosofia borghese" si era formata su La distruzione della ragione di Luckacs. La mia visione era storico-materialistica . Credevo anch'io, come Laplace, che noi non avessimo bisogno di Dio per spiegare l'universo. Tutto m'era chiaro. Noi uomini discendavamo dalle scimmie. Ci poteva non piacere, ma era così. Noi uomini eravamo figli del caso e della ncessità, per usare la celebre espressione di Jacques Monod. L'evoluzione lavorava con ciò che aveva sottomano e a volte le capitava di cacciarsi nei guai. Non esisteva alcun Disegno Intelligente. Inoltre, l'evoluzione non adava intesa come un processo lineare ma a salti. o, per "equlibri punuati."

Come Lenin, non credevo nella cosa in sé di Kant e pensavo che "l'unica differenza era fra ciò che conoscevamo e ciò che non conoscevamo ancora". Per me,il marxismo non era un "sistema fiosofico", ma "un metodo di analisi". Il concetto fondamentale di Marx era, a mio modo di vedere, il concetto di alienazione o, per dirla con Paci, di inversione soggetto-oggetto.

 

Mi rendevo conto che il marxismo aveva molte pecche che dipendevano dal fatto che Marx aveva voluto trasformare il marxismo in un "sistema" e, soprattutto, era dovuto, come aveva dimostrato Irving Fetscher, all'azione di Engels che aveva preteteso, per usare una sua celebre definizione, trasformare il marxismo in una "filososfia dei nessi dell'esistente" sulla quale era stato costruito il Diamat sovietico ovvero quello che Herbert Marcuse aveva chiamato Soviet Marxism.

Questa dottrina era fondata, come scrisse il fisico dissidente tedesco Robert Haveman in Dialettica senza dogma su un sistema di verità eterne il quale non prendeva in considerazione problemi come quello del male, del dolore, della morte, della morale. Essi erano visti come dei prodotti della "società borghese" come l'inquinamento ambientale, la distruzione delle foreste equatoriali, i morti per cancro del Petrolchimico di Marghera.

Cercai di tamponare tali falle come avevo fatto dopo la caduta del muro di Berlino. Allora avevo scritto un libro intitotalo La stufa di Cartesio in cui mi chiedevo se sarei stato mai capace di ricominciare. Citando il Canto d'amore di Alfred John Prufrock di Eliot, m'ero chiesto se sarei stat mai capac d ricominciare.

 

Un pomeriggio Manù ed io camminavamo in giardino. Manù mi confessò che non voleva venire a Venezia perché era lontana da casa. Adesso era contenta perché aveva conosciuto me. Io, per sdrammatizzare una situazione che cominciava a diventare imbarazzante, le chiesi se si era innamorata di me. Manù sorrise. Quello che Manù voleva probabilmente dire era che quando ella era con me si sentiva compresa e che con me ella non doveva cercare di essere diversa da quella che era, perché io sapevo cosa voleva dire star male.

Guardai Manù. Ella mi aveva appena tradotto in un italiano dall'inconfondibile accento basso padano una delle pagine più belle della filosofia occidentale, in cui Schopenhauer evocava il detto Veda: Tu Sei Me.

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