domenica 31 luglio 2016

Karol e Francesco

"Tocca i cuori dei terroristi, affinché riconoscano il male delle loro azioni e tornino sulla via della pace e del bene, del rispetto per la vita e della dignità di ogni uomo, indipendentemente dalla religione, dalla provenienza, dalla ricchezza o dalla povertà".

Lo ha scritto il Papa in una preghiera lasciata nella chiesa di San Francesco. Lì si venerano le reliquie dei due martiri Francescani Zbigniew Strzałkowski e Michał Tomaszek, uccisi da "Sendero luminoso" il 9 agosto 1991 in Perù, e beatificati nel 2015 insieme al sacerdote italiano Don Alessandro Dordi.

Rivolto ai giovani li ha esortati ad essere protagonisti della storia e a decidere per il proprio futuro. "Se ci metti il meglio di te, il mondo sarà diverso, è una sfida". "Il tempo che oggi stiamo vivendo non ha bisogno di giovani-divano ma di giovani con le scarpe, meglio ancora, con gli scarponcini calzati. Accetta solo giocatori titolari, non riserve. Vi chiede di essere protagonisti della storia perché la vita è bella sempre che vogliamo viverla e lasciare un'impronta. La storia oggi ci chiede di difendere la nostra dignità e altri non decidano il nostro futuro".

Alla veglia della Gmg, davanti a centinaia di migliaia di ragazzi il Papa ha detto: "Cari amici, vi invito a pregare insieme a motivo della sofferenza di tante vittime della guerra, affinché una volta per tutte possiamo capire che niente giustifica il sangue di un fratello, che niente è più prezioso della persona che abbiamo accanto". E ha esortato i giovani a non vedere la vita dallo schermo di un computer. Ci sono realtà - ha detto il Papa - che non comprendiamo perché le vediamo solo attraverso uno schermo (del cellulare o del computer). Ma quando prendiamo contatto con la vita, con quelle vite concrete non più mediatizzate dagli schermi, allora ci succede qualcosa di forte, sentiamo l'invito a coinvolgerci: 'Basta città dimenticate, come dice Rand (il ragazzo di Aleppo che ha raccontato come si vive in guerra, ndr); mai più deve succedere che dei fratelli siano 'circondati da morte e da uccisioni' sentendo che nessuno li aiuterà".

"Noi adesso - ha detto il Papa ai ragazzi della Gmg - non ci metteremo a gridare contro qualcuno, non ci metteremo a litigare, non vogliamo distruggere. Noi non vogliamo vincere l'odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore. E la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chiama fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia. Festeggiamo il fatto che veniamo da culture diverse e ci uniamo per pregare". Il Papa parla dopo aver ascoltato le testimonianze di Rand, un ragazzo di Aleppo sulla vita in guerra, Miguel, un ragazzo paraguayano sfuggito alla droga e Natalie, un signora polacca tornata alla fede dopo anni buio interiore e una vita che ha definito dissoluta.

"Quando la paura si rintana nella chiusura, - ha detto ancora rivolto ai giovani- va sempre in compagnia di sua 'sorella gemella', la paralisi; sentirci paralizzati. Sentire che in questo mondo, nelle nostre città, nelle nostre comunità, non c'è più spazio per crescere, per sognare, per creare, per guardare orizzonti, in definitiva per vivere, è uno dei mali peggiori che ci possono capitare nella vita. La paralisi ci fa perdere il gusto di godere dell'incontro, dell'amicizia, il gusto di sognare insieme, di camminare con gli altri".

Il Papa nella veglia della Gmg, ha denunciato anche "la paralisi che nasce quando si confonde la felicità con un divano/kanapa! Sì, credere che per essere felici abbiamo bisogno di un buon divano, che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri. Un divano, come quelli che ci sono adesso, moderni, con massaggi per dormire inclusi, che ci garantiscano ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi e passare ore di fronte al computer. Un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci. La "divano-felicità" / "kanapaszczcie" è probabilmente la paralisi silenziosa che ci può rovinare di più; perché a poco a poco, senza rendercene conto, ci troviamo addormentati, ci troviamo imbambolati e intontiti mentre altri - forse i più vivi, ma non i più buoni - decidono il futuro per noi". "Per molti è vantaggioso avere giovani imbambolati e intontiti che confondono la felicità con un divano", ha concluso.

La messa è per i religiosi, della Polonia, il Pontefice ha celebrato davanti a duemila persone: Francesco ha tutti di avere vite aperte, non a doppio binario, non rquell'"aprite le porte" con cui Giovanni Paolo II diede inizio al proprio pontificato. Tuttavia, ha osservato, "nella nostra vita di sacerdoti e consacrati può esserci spesso la tentazione di rimanere un po' chiusi, per timore o per comodità, in noi stessi e nei nostri ambiti". Ma la direzione deve essere "a senso unico: uscire da noi stessi", e si tratta "di un- viaggio senza biglietto di ritorno".

Gli italiani sono contro le maniere forti ma per una maggiore prevenzione nel contrasto al fondamentalismo islamico. E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Ixé per la trasmissione di Rai Tre Agorà. Il 69% degli intervistati ritiene che nei confronti del fondamentalismo servirebbe una maggiore prevenzione, secondo un sondaggio Ixè per Agorà Estate (Raitre). Per il 29% andrebbero usate invece le maniere forti.

Non solo: per il 75% degli italiani gli attentati ad opera dell'ISIS che hanno colpito l'Europa nel 2015 - 16 non mettono a rischio la società multiculturale. Solo per il 23% invece questa integrazione è a rischio. E ancora: il 63% degli italiani non è d'accordo con la dichiarazione del premier Valls, che ritiene di essere in guerra con i terroristi ìììdell'ISIS, secondo un sondaggio Ixè per Agorà Estate (Raitre). Il 36% invece pensa che siamo in conflitto con i terroristi.

Quanto al recente attacco di Nizza, il 42% degli italiani crede che l'attentatore dello scorso 14 luglio sia un soldato dei terroristi dell'ISIS. Ma per la maggioranza degli intervistati, il 51%, era solo un emarginato con problemi psichici.

Infine, a proposito delle presidenziali Usa, il 69% degli italiani voterebbe per la candidata democratica Hillary Clinton. Solo il 19% darebbe fiducia al candidato repubblicano Donald Trump.

Ora il problema con l'Islam è che l'Islam è una religione fonndata su un blibro scrritto manualmente da. Maometto sotto dettatura dell'arcangelo Gabrierle il quale avrebbe ordinato a Maometto di scrivere fra  gli asltri  famosi versetti delka spada, "Quando finiranno i mesi sacri, cercateli, stanateli e uccideteli"

Questo io lo chiamo terrorismo - un terrorismo che  ha per fondamento un libro che prvede il tagio della gola se vien messo in dubbio che esso sia parola di Dio, Benedetto sia il suo nome.Ne sa qualcosa l'autore di Islam e storia il quale fu condannnato a morte un tribunale egiziano per aver proposto di leggere il Corano come lo leggerebbero Jacbson, Barthes, Eco.
Pur nella diversità dei modelli politici, il pensiero politico occidentale si fonda sul concetto di libertà individuale
Nell'Islam non esiste un concetto del genere. Al centro ella concezione politica islamica c'è il concetto di comunità e ciò che regge l'unità della comunità - o che la resse fino al tempo dei . "califfi ben guidati"- è il rispetto della legge islamica.
L'islam, come religione non è più politicizzato di quello che è il cristianesimo. Ma, regolando, attraverso la legge islamica, ogni aspetto della vita dei musulmani. Ciò rende difficile la convivenza fra "noi" e" loro",  spiega la nascita di società interstiziali, spiega il fallimento del cd euro--islam e il fascino esercitato da certo fondamentalismo che si basa sulla critica della ideologia occidentale.
Ciò dovrebbe far riflettere politici e intellettuali occidentali, i quali dovrebbero riconsiderare il problema del rapporto fra politica e ideologia, invece di trasformare, intellettuali come Camus in antesignani di Qtub; il quale, non a caso,  srisse in Milestones che l'Islam era destinato a salvare anche l'Occidente

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