venerdì 20 maggio 2016

Come la modernità dimentica

Questa mattina ho ricevuto la seguente email;


"La città di Venezia sta subendo una trasformazione a uso e consumo del turismo di massa. Venezia è una città speciale, patrimonio dell'Umanità. Lo è perché, immutata da secoli, è però una città viva dove è stato l'uomo ad adattarsi ai suoi ritmi e ai suoi vincoli e non viceversa. L'assenza di automobili ne è l'esempio più eclatante.
La specialità di Venezia sta proprio nel fatto che le sue pietre e i suoi inestimabili tesori sono inseriti in un tessuto urbano di città che vive e respira: persone che vi abitano, vi lavorano, si spostano (a piedi e via acqua), frequentano scuola e università.
Tutto questo, però, sta rischiando di scomparire. Venezia sta per trasformarsi irrimediabilmente in un parco tematico, dove tutto è destinato al turista. Ma così chi la visiterà ne resterà deluso: fotograferà i monumenti più famosi, ma non più potrà dire di aver visitato una delle città più antiche e belle del mondo. Al massimo potrà dire di aver visto le sue preziose pietre, ormai inanimate. E deturpate, peraltro, dalla presenza di negozi e ristoranti esclusivamente turistici, dove non esiste più storia, tradizione, cultura: l'artigianato locale e le specialità eno-gastronomiche saranno un lontano ricordo.
Cosa è cambiato in questi anni? E' stato liberalizzato tutto: oggi si può aprire un negozio turistico ovunque e i cambi di destinazione d'uso non hanno più vincoli. E intanto gli abitanti sono progressivamente diminuiti, al ritmo di 500 l'anno. Erano 108mila nel 1971, sono ora 56mila. La città sta sparendo.Perché? Perché, ancora in nome di un mercato incontrollato, chiunque oggi può affittare un appartamento ad uso turistico, più o meno legalmente. Nessuno controlla, nessuno lo impedisce. E i costi degli appartamenti per chi ci vorrebbe abitare lievitano.
Venezia non è di proprietà dei veneziani, è interesse del mondo salvarla. Non si tratta di difendere una “specie protetta” ma di mettere in campo tutte quelle azioni che possano tutelarla agli occhi del mondo. Perché un giorno sarà l'umanità intera a chiedere conto – a chi sta permettendo tutto questo – del perché una città così unica e speciale sia scomparsa. E a travolgerla non sarà stato l'innalzamento dei mari.
Cosa fare? Serve più di tutto una mobilitazione popolare, trasversale, internazionale. Per chiedere regole nuove, a tutela di Venezia e della sua specificità.
Ma serve anche un'azione concreta, che fermi almeno per un po' ogni tipo di trasformazione e sfruttamento: chiediamo al Comune di Venezia e alla Regione Veneto, con questa petizione, di congelare i cambi d'uso.
Chiediamo di bloccare le trasformazioni degli appartamenti residenziali a uso turistico. Chiediamo poi che vengano scritte regole nuove, anche con l'aiuto della legislazione internazionale, a difesa del patrimonio urbano di Venezia.
E chiediamo agli organi nazionali e internazionali di vigilare sulla tutela di questo  patrimonio  culturale"
L'email era firmata da una certa signora Spinazzi. Io abito a Venezia e so di cosa Spinazzi parla. Non so invece se quel troglodita del sindaco Brugnaro lo sappia



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