Corrado Bevilacqua
La perdita del centro
Per lo storico dell'arte Hans Sedlmayer, la crisi della modernità può essere rappresentata come “perdita del centro” ( H. Sedlmayer La perdita del centro”, Rusconi). Per Sedlmayer l'espressione “perdita del centro” andava intesa nel senso di perdita di interesse per l'uso della prospettiva matematica rinascimentale come forma simbolica (E. Panofskij La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli; R. White La rinascita dello spazio pittorico, Il saggiatore). Nel contesto di questo libro l'espressione “riconquista del centro” va intesa nel senso di riconquista di un punto di riferimento politico e culturale.
La perdita del centro
Per lo storico dell'arte Hans Sedlmayer, la crisi della modernità può essere rappresentata come “perdita del centro” ( H. Sedlmayer La perdita del centro”, Rusconi). Per Sedlmayer l'espressione “perdita del centro” andava intesa nel senso di perdita di interesse per l'uso della prospettiva matematica rinascimentale come forma simbolica (E. Panofskij La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli; R. White La rinascita dello spazio pittorico, Il saggiatore). Nel contesto di questo libro l'espressione “riconquista del centro” va intesa nel senso di riconquista di un punto di riferimento politico e culturale.
L'avvento
della prospettiva matematica (R. Blunt Teorie artistiche nell'Italia
del Rinascimento, Einaudi) fu la conseguenza della afferamazione di
una nuova visione del mondo che poneva l'uomo al centro del creato
(E. Cassirer Individuo e cosmo nel Rinascimento, La Nuova Italia. E.
Garin La cultura filosofica del Rinascimento. Studi e rcerche,
Sansoni: Id Scienza e vita civile nl Rinascimento italiano, Laterza;
Id Rinascite e rivoluzioni. Movimenti culturali dal XIV al XVIII
secolo, Laterza).
Secondo
il fisico Kurt Mendelshoon, il dominio dell'Occidente ebbe sue
origini l'idea che le nostre azioni potessero essere pianificate al
fine di raggiungere determinati obiettivi (K. Mendelsshon La scienza
e il dominio dell'Occidente, Editori Riuniti).
Nacquero
così, in tempi recenti, la ricerca operativa, l'analisi dei
costi-benefici, la programmazione lineare, l'analisi delle attività
la valutazione di impatto ambientale (F. Caffè, a cura di, Il
pensiero economico contemporaneo, vol. III, L'impiego delle risorse,
Angeli; V. Bettini L'analisi d'impatto ambientale, Cluep)
La
Rivoluzione bolscevica, l'avvento del comunismo e il varo del primo
piano quinquennale in URSS (E. Carr, R.D. Davies Le origini della
pianificazione sovietica, Einaudi) creò l'illusione di poter
realizzare ciò che fino a quel momento era stato relegato nel regno
dell'utopia – parola di origine greca coniata nel XVI secolo da
Tommaso Moro che significa un non-dove, un non-luogo, un no-where che
nel fanta-romanzo di Samuel Butler diventò Erewhon (Mondadori)
Il
crollo del comunismo ha distrutto quel sogno e ci ha posti di fronte
alla realtà: la vita non è pianificabile. In ogni caso, il crollo
del comunismo non fu causato, come è stato spesso erroneamente
scritto, dalla difiicoltà teorica di pianificare una economia
complessa. La matematica ha fatto dei passi da gigante dai tempi di
Stalin. Il comunismo è crollato per due motivi:
1-
l'esistenza negli USA di un enorme surplus economico potenziale da
sare per le “guerre stellari”
2-
il venir meno del fascino della ideologia comunista che era rimasta
abbarbicata ad un sistema di verità eterne che avevano paralizzato
la capacità creativa di interi popoli.(C. Milosz La mente
prigioniera, Adelphi)
La
globalizzazione ha liquefatto la società e ha trasformato la nostra
vita in uno “stagno delle ninfee” rendendo l'individuo più solo
ed isolato che mai (Z. Bauman La solitudne dell'individuo globale,
Feltrinelli). Ciò crea un senso di spaesamento, di anomia, di
sradicamento che sta mettendo a dura prova le “strutture elementari
della società” (U. Beck La società del rischio, Carocci; Id
Humana conditio, Laterza).
Nessuno
parla di “programmazione economca” o di “piano del capitale”
(V. Foa Lotte operaie nello sviluppo
capitalistico, in QR, n1; M. Tronti, La fabbrica e la società, in Q,
n 2; Id. Il piano del capitale, in QR, n 3; D. Lanzardo Temi della
programazione sociale dello sviluppo" in QR ul cit.; G. Greppi
A. Pedirolli Prduzione e programmaziome territoriale, in QR ult.
cit).
Questa
tematica , sviluppata da Raniero Panzieri nella Relazione sul
neocaptalismo tenuta al convegno di Agape del 1962, diventò, per una
certa sinistra, una specie di "chiave universale" che
apriva tutte le porte e spiegava qualunque fenomeno economico,
sociale, politico e culturale.(R. Panzieri Relazione sul neo
capitalismo, in id La rinascita del marxismo teorico in Italia,
Sapere).
Altri
vollero vedere in John M. Keynes un sostenitore dell'economic
planning targato Manchester. Nulla di più sbagliato. Egli era sia un
avversario del manchesterismo come egli aveva scritto nel 1926 in La
fine del lasciar fare, che un avversario del socialismo e
dell'economic planning. Egli pensava che, come aveva scritto nel 1923
in La riforma monetaria, che era troppo facile per un economista
tirarsi fuori dalla mischia affermando che, passata la tempesta,
sarebbe ritornsto il sole. Per Kyenes l'economista doveva imparare a
sporcarsi le mani con la politica.
Fu
così che nel 1933, non appena Roosevelt si fu insediato a White
House, Keynes gli chiese un incontro con lui. Roosevelt glielo
concesse. Keynes e Roosevelt parlarono a lungo, ma non si capirono.
Colpa della lingua? George Bernard Shaw amava dire che inglesi e
americani erano un unico popolo diviso dalla lingua. Io credo che
l'incomprensione fosse più profonda. Essa riguardava il rapporto fra
economia e politica. Al termine del colloquio, Roosevelt confessò ad
un suo collaboratore che Keynes gli aveva parlato per un'ora di
matematica. Keynes confessò a un suo collaboratore che Roosevelt non
capiva un accidente di economia. e
Se nel 1949, nella prima edizione di Economica, al Samuelson poteva affermare che nessuno meteva più in dubbio la necessità di un intervento pubblico nell'economia, oggi nessun economista scriverebbe più una cosa del genere. Oggi si pensa che l'unico stato che funziona è quello che Robert Nozick chiamò "stato minimo". In effetti si tratta di un stato che è al servizio del capitale finanziario;.
Come Paul Samuelson scrisse nell'opera citata non esiste in una economia come l nostra acun meccanismo automatico di aggiustamento. Analoga affermazione venne effettuata da James Tobin in un ciclo di lezioni tenuto nel 1982 nel corso delle quali dimostrò la fallacia del cd real balance effect o effetto Pigou
Secondo l teoria tradizionale dei salari, il mercato del lavoro è un mercato come gli atri nel quale la domanda di lavoro da parte delle imprese aumenta al diminuire dei salari, mentre l'offerta di lavoro da parte dei lavoratori aumenta all'aumentare del salario. Ne deriva che se esiste disoccupazione è colpa dei sindacati che non permettono ai salari di scendere al di sotto di un certo limite irrigidendo la curva dell'offerta di lavoro.
Secondo Tobin, Keynes dimostrò che Pigou aveva torto marcio e che, comunque ex post l'economia è sempre in equilibrio, Il problema era costituito ds ciò avveniva ex-ante. Questo problema poteva essere risolto ricorrendo alla programmazione economica. Programmare un'economia significa scegliere degli obiettivi,, far un censimento delle risorse, individuare i vincoli e costruire una funzione obiettivo. Il passo successivo è quello relativo alla sua massimizzazione
ome si vede non c'è nulla di cervellotico, ma si tratta della applicazione della definizione di lord Robbins di Economics come scienza che studia il miglior impiego di risose scarse che hanno usi altternativi., che rappresentava anche il punto d visa degli ottimali sovietici, a comniciare da Kantorovic
Come Paul Samuelson scrisse nell'opera citata non esiste in una economia come l nostra acun meccanismo automatico di aggiustamento. Analoga affermazione venne effettuata da James Tobin in un ciclo di lezioni tenuto nel 1982 nel corso delle quali dimostrò la fallacia del cd real balance effect o effetto Pigou
Secondo l teoria tradizionale dei salari, il mercato del lavoro è un mercato come gli atri nel quale la domanda di lavoro da parte delle imprese aumenta al diminuire dei salari, mentre l'offerta di lavoro da parte dei lavoratori aumenta all'aumentare del salario. Ne deriva che se esiste disoccupazione è colpa dei sindacati che non permettono ai salari di scendere al di sotto di un certo limite irrigidendo la curva dell'offerta di lavoro.
Secondo Tobin, Keynes dimostrò che Pigou aveva torto marcio e che, comunque ex post l'economia è sempre in equilibrio, Il problema era costituito ds ciò avveniva ex-ante. Questo problema poteva essere risolto ricorrendo alla programmazione economica. Programmare un'economia significa scegliere degli obiettivi,, far un censimento delle risorse, individuare i vincoli e costruire una funzione obiettivo. Il passo successivo è quello relativo alla sua massimizzazione
ome si vede non c'è nulla di cervellotico, ma si tratta della applicazione della definizione di lord Robbins di Economics come scienza che studia il miglior impiego di risose scarse che hanno usi altternativi., che rappresentava anche il punto d visa degli ottimali sovietici, a comniciare da Kantorovic
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