Caro
amico,
I
motivi per i quali non siamo ancora usciti dalla crisi del 2007 di
cui tu mi chiedi nella tua lettera sono individuabili in una serie di
interventi pubblici che invece di rimuovere le cause della crisi,
hanno creato le condizioni d'una sua replica. La crisi del 2007, come
tutte le crisi che l'hanno preceduta, è stata per molti una fonte
di cospicui guadagni ed essi si sono guardati bene dal chiedere ai
governi delle regole nuove. I governi che necessitano del sostegno
del mondo della finanza per portare avanti le loro micidiali
politiche neocons non avevano alcun interesse a riformare il sistema
finanziario introducendo il concetto di "finanza giusta"[R.
Shiller La finanza in una società giusta"; L. Zingales
Manifesto capitalista, Mondadori; R. Reich Super capitalismo, Baldini
& Gastoldi: Id After shock, Meltempi]
A
questo motivo dobbiamo aggiungere l'esistenza di una teoria che non
funziona. Soprattutto, non funziona il concetto di razionalità
economica. [M Godelier Razionalità e irrazionalità dell'economia,
Feltrinelli].
Secondo
la teoria economica dominante, l'economia è formata da una miriade
di mercati nei quali si muove una miriade di operatori economici. Ciò
che consente di giungere ad un equilibrio è costituito da una serie
di condizioni:
- ogni mercato è caratterizzato da curve di domanda e di offerta perfettamente elastiche che sono espressone di funzioni continue, monotone di primo grado;
- tali curve hanno andamenti opposti: la domanda di un bene infatti diminuisce all'aumentare del suo prezzo, mentre la sua offerta diminuisce alla diminuzione del suo prezzo.
- Il capitale è rappresentato da una miriade di mezzi tecnici di produzione.
- Le imprese sono di piccole dimensioni, ricevono i prezzi dal mercato (il grande Marshall evocava a questo riguardo il mercato del pesce fresco), e adeguano la loro produzione alle variazioni della domanda.
Il sistema
economico così delineato non funziona laddove esistono mercati come
i mercati attuali che sono controllati da poche imprese che fanno i
prezzi sulla base di considerazioni che non sono solo di natura
economica, ma di potere. [F. Caffè Temi e problemi di politica
economica. Laterza; F. Perroux Il potere nella teoria economica,
Angeli]
Inoltre, Garegnani e Sraffa evidenziarono in due saggi
pubblicati entrambi nel 1960 che esisteva anche in economia un
problema di ”spin dell'elettrone” [W. Heisenberg Mutamenti nelle
basi della fisica, Boringhieri]. A dire: o noi determinavamo il
valore dei beni costituenti il capitale o noi determinavamo il saggio
del profitto, ma non si potevano determinare entrambi
contemporaneamente. [P. Sylos Labini, a cura di, Prezzi relativi e
distribuzione del reddito, Boringhieri].
Si
trattava di una scoperta che distruggeva le fondamenta logiche della
Economics e rendeva improcrastinabile un ritorno ai classici [P. Sylos
Labini, Ritorno ai classici, Laterza]. Non accadde nulla di tutto
questo. Passata la tempesta, tutto tornò come prima, anche in casa
marxista. [F. Vianello, a cura di, Marxismo ed economia, Il
dibattito su Rinascita, Marsilio].
Infine,
come Sraffa nel suo saggio del 1926 sulle leggi della produttività ;
e Nicholas Kaldor sulla base del saggio del 1930 di Allyng Young,
dimostrarono in contesti diversi che l'ipotesi dei rendimenti
decrescenti era priva di fondamento pratico [P.Sraffa Le leggi dell
produttività, in G. Lunghini Valore, prezzi equilibrio generale, il
Mulino; N. Kaldor Irrilevanza della teoria economica, in F. Caffè, a
cura di, Autocritica dell'economista, Laterza; Id Economia senza
equilibrio, a cura di F. Targetti, Il mulino, J. Robinson La seconda
crisi della teoria economica, in M. D'Antonio La crisi
postkeynesiana, Boringhieri].
In
conclusione, se il grande Léon Walras, il padre della Economics,
poteva affermare di essere liberale in economia e socialista in
politica [L. Walras Teoria generale della società. Archivio Guidi],
e se il fondatore del liberalismo John Stuart Mill in Alcune
questioni irrisolte dell'economia politica poteva ancor porre il
problema del metodo, oggi, nessuno più avverte simili necessità
teoriche. Nessuno più si interessa di economia politica.
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